Un episodio della vita di sant’Antonio da Padova per capire quanto non si debba mai giudicare definitivamente un peccatore

Un conto è giudicare l’errore, un conto è far di tutto perché il peccatore abbandoni il peccato, un conto è il dovere di ammonire, come impongono le opere di misericordia spirituale, altro è formulare un giudizio definitivo sulle sorti di un’anima. Questo non lo si deve fare, perché solo Dio può emettere giudizi definitivi. Anche il più grande peccatore può divenire un grande santo.

Nella vita di sant’Antonio da Padova si racconta questo episodio. In una città c’era un pubblico peccatore che veniva allontanato da tutti. Ebbene, ogni volta che sant’Antonio lo incontrava, lo salutava con molta riverenza, addirittura quasi inchinandosi. Un giorno, il peccatore, che sapeva quanto tutti conoscessero i suoi vizi, s’insospettì che sant’Antonio, salutandolo in quel modo, lo volesse deridere. Quando avvenne un nuovo incontro e sant’Antonio lo salutò sempre allo stesso modo, disse al Santo: “Volete per caso prendermi in giro? Perché mi salutate in questo modo?” Ma sant’Antonio rispose: “No, non mi permetterai mai di prendervi in giro. Sto solo salutando un futuro martire di Cristo“. L’uomo trasecolò e passò via. Dopo qualche anno, quel peccatore si convertì e decise di fare un pellegrinaggio in Terra Santa per espiare i suoi peccati. In quelle terre, piene di musulmani, trovò la morte per non rinnegare la Fede in Cristo.


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