Il 20 dicembre del 1991 moriva il celebre attore Walter Chari. La memoria va inevitabilmente ad un suo famosissimo sketch, un vero e proprio capolavoro: Il sarchiapone. In un scompartimento ferroviario, un signore ha riposto un pacco ricoperto da un panno. Dice che si tratta di una gabbia. Chi gli sta di fronte mostra curiosità nel conoscere cosa ci sia. E il padrone dice che è un sarchiapone americano, ovvero inventa un animale che non esiste. Ma lo dice con tale naturalezza che fa capire che sarebbe una grave ignoranza non sapere cosa sia un sarchiapone. La comicità sta tutta nella bravura del curioso (impersonato da Walter Chiari) che muore dalla voglia di sapere cosa sia un sarchiapone, ma nello stesso tempo ha vergogna ad ammettere pubblicamente di non sapere cosa sia.
Ci piace leggere questa scena come una geniale parodia della concezione moderna della conoscenza. La conoscenza moderna si basa sull’assunto che non possa esistere una verità universale e soprattutto oggettiva, tutto inizierebbe dal pensiero e si concluderebbe con il pensiero (razionalismo, idealismo, ecc..). Ma una tale prospettiva conduce alla follia, perché, se si concepisce la Verità come qualcosa di manipolabile, controvertibile e continuamente mutabile, essa finisce con lo sfuggire inevitabilmente. Non solo. Ogni affermazione potrebbe divenire, altrettanto inevitabilmente, vincolabile per ognuno; costringendolo a dover capire ciò che non si può capire. A riguardo, basterebbe pensare ad una certa arte figurativa contemporanea in cui non si capisce nulla, in cui si può spacciare per capolavoro qualsiasi sciocchezza e astruseria, ma in cui tutti fingono, pena di non essere tacciati come ignoranti, di condividere la lettura che ne danno i critici alla moda. Il tutto -come dicevamo- conduce alla follia perché si tratta di discutere e accapigliarsi sul nulla. Sì, proprio sul nulla. Infatti, non a caso, la frase chiave dello sketch è proprio del presunto padrone del sarchiapone, che, al termine, dice al personaggio impersonato da Walter Chiari mostrandogli la gabbia vuota: “...ma lo vede che non c’è niente!” Ecco: la verità ridotta a niente… cioè a nulla!
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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