APOLOGETICA ASSAPORANDO…una cassata siciliana

L’uomo è l’unico essere sulla faccia della terra che cucina. Gli animali no, non lo fanno. Anche in questo l’uomo si distingue. Ciò è il segno che all’uomo non basta solo assaporare, bensì ricerca l’affinamento, cioè il miglioramento del sapore. L’uomo coglie il piacere del gusto e desidera ancor più intensificarlo. E’ l’esito del suo essere collocato in un orientamento in cui tutto concorre per il raggiungimento di un fine attraverso singole tappe. Insomma, un orientamento che è itinerario, dove ogni passo deve essere progressione verso un vero che sia sempre più Vero, un buono che sia sempre più Buono ed un bello che sia sempre più Bello.


Chi nella sua vita non si è posto l’interrogativo: Come potrei rendere di più?  Quante volte vorremmo fare di più, ma non ce la facciamo.

Certo, dietro un tale desiderio può celarsi anche un inopportuno amor proprio, il quale, per motivi puramente egoistici, vorrebbe farci sembrare capaci per non sfigurare. E ciò sarebbe molto sbagliato.

Ma in tale desiderio potrebbe esserci -anzi, deve esserci- un desiderio di poter orientare quanto più efficacemente al Bene la nostra vita. Fermo restando che bisogna accettare tutto ciò che il Signore permette…anche la stanchezza, anche l’impossibilità di agire.

Ma la forza dov’è? La forza la si trova nella complessità? Per caso la si può trovare in qualche artifizio particolare? No! La forza sta nella semplicità e nel saper accettare ciò che il momento ti offre. Un giornalista chiese al famoso atleta Pietro Mennea, recordman nei 200 metri, se alla base dei suoi successi vi fosse stata una particolare dieta stilata da qualche specialista. Questi si mise a ridere e poi raccontò che il record ottenuto a Città del Messico fu l’esito di una dieta che è di tutti: maccheroni e parmigiano; e che un suo precedente record ottenuto a Salerno lo fece dopo aver mangiato ben tre piatti di pasta al forno. Più semplice di così!

Secondo la tradizione, la cassata siciliana sarebbe nata da una banale intuizione: un pastore avrebbe mischiato ricotta di pecora con il miele. Un accoppiamento molto semplice; anzi semplicissimo, ma dal risultato non solo gustosissimo, anche intenso e forte. Forte, perché forse non c’è dolce come la cassata che possa conferire più energia.

Una cassata siciliana, nella sua semplicità originaria (perché successivamente sono stati aggiunti altri ingredienti), ci ricorda che la consistenza l’abbiamo a portata di mano. Non la dobbiamo cercare chissà dove. Sta in ciò che la Provvidenza ci dona in ogni singolo giorno che dobbiamo percorrere, sta in ciò che la Provvidenza ci dona attimo dopo attimo; e non in quella complessità fuorviante che spesso è l’esito solo di folli congetture. Quel benemerito pastore seppe unire ciò che aveva quotidianamente nel suo lavoro: ricotta e miele.

Scrive Leopardi nello Zibaldone: (…) chi sente e vuol esprimere i moti del suo cuore, l’ultima cosa a cui arriva è la semplicità e la naturalezza, e la prima cosa è l’artifizio e l’affettazione.

Ma Leopardi dice così perché dinanzi a lui ha un altro modello di uomo, quello che si è perso nei deliri illuministici; e non il semplice, ma più intelligente, pastore che non cercò altrove…Se Leopardi avesse potuto gustare una cassata siciliana, forse avrebbe detto altro.


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