BORRACCIA – 26 ottobre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari “sorsi”  sono i punti della meditazione.


L’ACQUA

Tu, Dio, Altezza, Essere unico, Bontà, vedi la bassezza di colei che ti canta oggi il mio amore. Cosa vuoi fare di me?
(Santa Teresa d’Avila )

I SORSI

1

Cari pellegrini, siamo in un posto bellissimo dove altissime e imponenti montagne si stagliano dinanzi. Che enormità, che grandezze! Poi il nostro sguardo si rivolge verso il basso, dove i nostri piedi stanno calpestando dei sassolini. Ci viene facile fare un paragone: che differenza tra questi piccoli sassi e una montagna. Eppure una montagna esiste perché è fatta anche di piccoli sassi.

2

Cari pellegrini, oggi meditiamo su delle parole di santa Teresa d’Avila (1515-1582), precisamente tratte da una sua poesia Vuestra soy, paravos naci.  Queste parole mettono brevemente in evidenza due verità: la grandezza di Dio e la piccolezza dell’anima che sceglie ardentemente di amarlo.

3

Santa Teresa utilizza appositamente un paradosso: l’immensità di Dio e la bassezza dell’anima umana. E’ un paradosso con cui la Santa spagnola esprime quanto sia incommensurabile e affascinante il rapporto con Dio che offre il Cristianesimo, il quale anche per questo si palesa come l’unica religione vera.

4

Infatti santa Teresa, dopo aver fatto risaltare questa sproporzione, chiede a Dio: “Cosa vuoi fare di me?” Domanda che sembra fuori luogo, illogica. Se Dio è talmente grande (è infinito ed assoluto), non può aver bisogno dell’uomo. Ma ella chiede ugualmente a Dio: “Cosa vuoi fare di me?”

5

E’ invece una domanda che ha un senso; e la grande Santa del Carmelo lo sa bene. Il Dio della Rivelazione è sì infinito, è sì assoluto, è sì ontologicamente non bisognoso di nulla, ma è un Dio che è amore; e per amore vuole che l’anima lo scelga. E se l’anima corrisponde, vuole fare di quell’anima il suo “universo”. Cosa è infatti, se non questo, l’inabitazione della Santissima Trinità nell’anima? Cosa è, se non questo, la Vita di Grazia?

6

Cari pellegrini, un sassolino non è una montagna, eppure la montagna in un certo qual modo lo contiene. Così il Dio Cattolico. Noi non siamo Dio, ma Dio vuole contenerci in Lui, vuole abbracciarci, vuole donarci la sua stessa Vita: la Grazia.

Al Signore Gesù

Signore, te lo chiedo anch’io: “Cosa vuoi fare di me?”

Te lo chiedo dal peso della mia bassezza e della mia fragilità.

Un sassolino non è nulla rispetto alla maestosità di una montagna.

La differenza che vi è tra Te e me è infinitamente più grande della differenza tra un sassolino e una montagna; eppure io so che Tu desideri il mio amore.

Signore, dammi la grazia di amarti sempre.

Fammi preferire qualsiasi umiliazione, qualsiasi sofferenza, anche la morte, piuttosto che peccare e allontanarmi da Te.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu hai sperimentato come la tua creaturalità potesse contenere Colui che l’universo intero non può contenere.

Tu hai generato Colui che ti ha generata.

Hai dato la vita a Colui che ti ha dato la vita.

Mi metto alla tua scuola perché anch’io possa continuamente capire questa bellezza che è al di sopra di ogni altra bellezza.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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