BORRACCIA del 31 ottobre

Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari “sorsi”  sono i punti della meditazione.


L’ACQUA

…mentre l’avaro s’impoverisce di tutto quanto si appropria, l’uomo che paga il suo debito d’amore si arricchisce di quanto dona.
(San Fulgenzio di Ruspe)


I SORSI

  1. Cari pellegrini, la candela cosa fa? Illumina. Ma per illuminare, si consuma.
  2. L’acqua di questa borraccia è costituita da alcune parole di san Fulgenzio di Ruspe, che fu vescovo e visse dal 467 al 537. Sono parole che, utilizzando un’immagine molto bella (e perfino poetica), fanno capire che l’uomo non è la sua pancia, che il suo essere non può ridursi a pure dinamiche materiali né economiche. Secondo san Fulgenzio, più l’uomo è attaccato ai beni materiali (l’avaro) e più s’impoverisce. Sembra strano, ma è così. Ed è così perché il Santo fa riferimento ad una ben precisa povertà. Vediamo quale.
  3. Si tratta di una povertà molto più grave e dura da sopportare di quella dei beni di prima necessità, è la povertà della solitudine cosmica (direbbe Leopardi), la povertà di non capire chi si è, la povertà di smarrirsi all’interno del labirinto dell’esistere, insomma la povertà di veder svanire la “ricchezza” di se stessi.
  4. Ed ecco il senso di ciò che dice san Fulgenzio: l’uomo diventa veramente ricco non quando si appropria delle cose, bensì quando dona e si dona.
  5. Ed ecco un altro punto interessante di ciò che dice san Fulgenzio: l’uomo trova la ricchezza di sé quando si dona, cioè quando si offre.
  6. Il grande poeta Trilussa (1873-1950) scrisse, tra le tante, una poesia in cui paragona la condizione umana a quella della candela: “Davanti ar Crocifisso d’una Chiesa / una Candela accesa / se strugge da l’amore e da la fede. / Je dà tutta la luce, / tutto quanto er calore che possiede, / senza abbadà se er foco / la logra e la riduce a poco a poco. / Chi nun arde nun vive. Com’è bella / la fiamma d’un amore che consuma, / purché la fede resti sempre quella! / Io guardo e penso. Trema la fiammella, / la cera cola e lo stoppino fuma…”
  7. E’ vero: “Chi nun arde nun vive”. Cari pellegrini, solo ardendo e consumandosi, l’uomo trova la pienezza e la ricchezza di sé …come la candela.

Al Signore Gesù

  1. Signore, Tu solo sei la mia ricchezza.
  2. San Pio da Pietrelcina (protettore de Il Cammino dei Tre Sentieri) soleva dire: “Chi ha Dio, ha tutto.”
  3. Il che vuol anche dire che chi non ha Te, mio Signore, non ha nulla; anche se poi ha tante cose: denaro, potere, fama…
  4. Signore, fa che non dilapidi l’unica mia ricchezza che sei Tu.
  5. Per questo non mi interessa “consumarmi”, “essere sconfitto” per il mondo, “annullarmi” per il mondo; l’importante è che faccia la tua volontà: unica mia vera ricchezza!

Alla Regina dello Splendore

  1. Madre, Tu sei Regina.
  2. Non c’è creatura umana più ricca di Te: perché sei piena di Dio, sei “gratia plena”.
  3. Quale bellezza mi è stata donata di aver come madre colei che è la Regina dell’universo intero!
  4. Voglio, Madre, sempre stare alla tua corte.
  5. Riempirmi della tua ricchezza e del tuo splendore.
  6. Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

 


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