Rubrica a cura di Pierfrancesco Nardini
Domanda: I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio perché sono dei più gravi e funesti?
Risposta: I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio sono dei più gravi e funesti, perché direttamente contrari al bene dell’umanità e odiosissimi, tanto che provocano, più degli altri, i castighi di Dio.
La differenza tra questo tipo di peccati e quelli del numero precedente sta nel destinatario a cui direttamente si oppongono: l’amore di Dio i secondi, l’amore del prossimo i primi.
I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio sono, infatti, l’omicidio volontario, il peccato impuro contro natura, l’oppressione dei poveri e defraudare la giusta mercede agli operai.
Sono quindi, come si nota, azioni che colpiscono le altre persone, il prossimo, appunto.
“Questi peccati sono odiosissimi e provocano più degli altri i castighi di Dio, che prende le difese degl’innocenti, dei deboli, degli oppressi e dei perseguitati” (Dragone).
Si comprende da soli la funesta gravità per l’anima di chi commette omicidio volontario. L’idea della gravità di tale azione è ben data da quanto la S. Scrittura ci dice della reazione di Dio all’omicidio di Abele (Gen 4, 10 e ss). Lo Jone spiega con chiarezza estrema i motivi alla base della gravità di questo peccato. Lo si riporta testualmente: “La vita di qualsiasi innocente è fondata su un diritto proveniente direttamente da Dio e non dai genitori o dallo Stato o da qualunque altra autorità umana; essa ha per sua natura una personale indipendenza e un fine ultimo proprio. È vero che l’uomo è membro dello Stato; tuttavia, non esiste per lo Stato, bensì è lo Stato che è ordinato per l’uomo (…) Ogni uomo infatti ha un fine ultimo personale ed eterno da raggiungere: l’eterna felicità nella visione beatifica di Dio. Inoltre, ogni uomo ha l’obbligo di tendere a questo fine ultimo per tutto il tempo della sua esistenza, dono di Dio stesso. Affinchè l’uomo possa adempire questo suo grave obbligo, Dio gli diede, non il diritto (sulla) vita, ma il diritto (alla) vita, cui egli non può rinunziare. E poiché questo diritto non proviene né dai genitori né molto meno dallo Stato o da qualsiasi altra autorità umana, nessuno può intromettersi in questo diritto togliendo direttamente ad un innocente la vita” (E. Jone, Compendio di teologia morale). In questo peccato, omicidio volontario, rientrano due pratiche che purtroppo al giorno d’oggi sono sempre più frequenti: aborto ed eutanasia.
Quanto ai peccati impuri contro natura è sufficiente ricordare che Dio ha creato la Legge naturale in ogni uomo e vuole che sia rispettata, come tutte le Sue leggi. Questa legge è quella che è indirizzata alla procreazione e conseguente propagazione dell’uomo sulla terra ed è intesa all’interno del Matrimonio. Ogni “uso” contrario alla legge divina di questo elemento naturale donato all’umanità è quindi un gravissimo peccato. Anche qui giova ricordare la S. Scrittura e la reazione di Dio, per comprenderne in pieno la gravità (Gen 19, 1-29). Si precisa quel che a dire il vero sembra evidente e innocente, ma come tale non viene inteso da alcuni: quando si dice “contro natura”, non si intende un’offesa di chissà quale efferatezza alla dignità di qualcuno, ma solo e semplicemente il senso letterale della questione, dato che si è ricordato essere (contro la legge naturale) creata da Dio.
Altri due peccati odiosissimi e che più di altri provocano i castighi di Dio, perché indirizzati contro chi ha meno forza rispetto a chi li provoca, sono l’oppressione dei poveri e defraudare la giusta mercede agli operai. Chi, infatti, da una posizione di maggior forza fisica o morale, di maggior potere dato da autorità o posizione sociale compie azioni contro chi non può difendersi o comunque può farlo con minore efficacia e forza e/o a prezzo di grandi fatiche, anche economiche, si macchia di un peccato gravissimo. Al povero si rende, infatti, la vita ancora più dura di quanto l’abbia già attualmente, all’operaio si toglie quel che di diritto gli spetta dopo aver fornito la sua opera lavorativa per cui è stato contrattualizzato. In questo secondo caso, ovviamente, rientra anche una paga molto minore di quanto spetterebbe, non solo il mancato pagamento. Sono peccati odiosissimi in quanto tolgono a degli innocenti quanto è loro necessario, e molto spesso unica risorsa, per poter far vivere decorosamente la propria famiglia e, soprattutto, i figli.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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