SOSTA – Con la dolcezza del Sangue di Cristo, l’ “amaro” della vita si affievolisce

  1. Il Sangue di Cristo addolcisce tutto, perché ricorda che Dio ci ha tanto amato da dare la sua stessa vita per noi. Pertanto, cosa possono essere tutti gli affanni possibili? Cosa possono essere tutte le prove possibili? Possono queste davvero opprimerci? No. Perché Dio ha dato la sua vita per noi e non potrà mai permettere questo.
  2. Certo, non si tratta di un’eliminazione delle croci e del dolore, quanto di un loro addolcimento. Come accade con il caffè. Questo resta in sé amaro, ma se si condisce con un po’ di zucchero…
  3. Così scrive santa Catarina da Siena in una lettera indirizzata a fra Tommaso della Fonte, cugino della Santa e suo primo confessore. La lettera è catalogata con il numero 25: Nel nome di Gesù Cristo crocifisso e della dolce Maria. Carissimo padre in Cristo, dolce Gesù. Io, Caterina, serva dei servi di Gesù Cristo, ti scrivo nel suo prezioso sangue, desiderosa di vederti immerso nel sangue di Gesù crocifisso. Il suo sangue ci riempie di gioia, ci rende forti, dà calore ed illumina la nostra anima con la luce della Verità; non possiamo quindi cadere nella menzogna. Sangue, che fortifichi la nostra anima e ci liberi da quella fragilità che deriva dal timore della pena, il quale a sua volta viene dall’assenza della luce della Verità! Per questo la nostra anima è forte, perché nel Sangue siamo stati illuminati dalla Verità. Abbiamo visto e conosciuto con l’occhio dell’intelletto che Dio, la Verità, ci ha creato, a gloria e lode del suo nome, per donarci la vita eterna. Chi ci rivela che egli ci ha creato per questo fine? Il sangue dell’immacolato Agnello. Il Sangue ci rivela che ogni cosa che Dio ci dona, favorevole e sfavorevole, gioia e dolore, disonore e offese subite, scherni e ingiurie, infamia e maldicenze contro di noi, ogni cosa Dio ci dona con fuoco d’amore: per compiere in noi la dolce Verità, quella per la quale siamo stati creati. Chi ce lo rivela? Il Sangue. Infatti, se Dio avesse voluto da noi un’altra cosa non ci avrebbe donato il Figlio, e il Figlio la vita. Quando con l’occhio dell’intelletto conosciamo questa Verità, subito otteniamo la fortezza che ci rende forti per portare ogni cosa e soffrire per amore di Gesù crocifisso. Non solo la nostra anima non diventa tiepida, ma si riscalda con il fuoco dell’amore di Dio: allora, nutriamo odio verso il peccato e siamo resi capaci di rinunciare a noi stessi. Un po’ alla volta, diventiamo simili ad un ebbro: come l’ubriaco, infatti, perde il proprio sentire e altro non vede che il sentire del vino, tanto che tutta la sua vita vi è immersa, così la nostra anima, piena di gioia per il sangue di Gesù, perde il proprio sentire, è libera dall’attaccamento alle cose sensibili e dal timore della pena –dove non c’è attaccamento alle cose sensibili, non c’è timore della pena– e gioisce nelle sofferenze. Non ci vogliamo gloriare d’altro che della croce di Gesù crocifisso. Questa è la nostra gloria! Tutte le potenze della nostra anima vi sono impegnate. La memoria si riempie del Sangue che riceve in dono: nel Sangue comprendiamo l’amore di Dio che caccia via l’amor proprio; è amore il disonore e la morte, è pena l’onore e la vita. Come la memoria si riempie? Con le mani dell’affetto e del vero desiderio di Dio. Questo affetto e amore proviene dalla luce dell’intelletto, con la quale abbiamo conosciuto la Verità e la dolce volontà di Dio. Ora, padre carissimo, io voglio che così dolcemente ci inebriamo di Sangue e ci immergiamo nel Sangue. Allora, le cose amare ci sembreranno dolci, i grandi pesi leggeri. E dalle spine e dal dolore coglieremo la rosa, pace e serenità. Resta nel santo e dolce amore di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.

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