di Maria Bigazzi
Nella solennità del Corpus Domini l’invito è quello di soffermarsi a riflettere sulla presenza reale di Gesù nella santa Eucaristia, presenza costante dove Egli rimane imprigionato per amore, sopportando per la Sua infinita umiltà, oltraggi di ogni genere come le profanazioni, ma anche l’indifferenza, il disprezzo, la dimenticanza e l’abbandono da parte di chi ne dovrebbe essere custode e difensore.
Quante volte vediamo l’Eucaristia trattata con indifferenza e superficialità, quante le chiese dove il Santissimo viene relegato in un angolo nascosto con una misera lampada elettrica, solo e abbandonato, quante volte la Casa del Signore diventa luogo di mercato e di incontri mondani dove il Signore è portato in un altro posto o lasciato nel tabernacolo a cui viene data la schiena… e i casi sono ancora molti e tristemente riscontrabili quotidianamente, anche nelle chiese più vicine a noi.
Si è perso il senso del sacro e del rispetto, ma soprattutto la consapevolezza che Cristo Gesù è realmente presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità; lo stesso “Gesù passato, presente e futuro”, come affermava san Pier Giuliano Eymard.
Negli anni si è assistito ad un appiattimento nella vita di fede, ad un abbandono volontario di tutto ciò che è necessario per avvicinarsi maggiormente a Dio, come la bellezza e la cura della Liturgia, del canto e delle funzioni, degli oggetti sacri, cose che non sono per il sacerdote, ma solo per Cristo, perché come insegnava san Francesco, “la povertà si ferma ai piedi dell’altare”. Tutto è per Dio e la bellezza avvicina maggiormente a Lui che è Verità, Bontà e Bellezza, e ciò aiuta ad elevare l’animo che, pur sempre nei limiti umani, assapora nel Sacrificio Eucaristico parte della gioia Celeste.
In questo giorno santo del Corpus Domini, riflettiamo sull’Amore infinito di Dio per noi, che dopo averci dato tutto fino a offrire il Suo Figlio Unigenito per la nostra salvezza, ha voluto lasciare un segno visibile della Sua presenza in cui sono racchiuse tutte le più alte e più profonde espressioni del Suo Amore.
Ci siano di aiuto e di riflessione queste parole del cardinale Giuseppe Siri:
“Gesù sapeva benissimo che sarebbe stato conservato nei Tabernacoli anche solitari, senza contorno nella notte, all’infuori di una fiammella che le leggi della Chiesa esigono. Sapeva benissimo che anche nel giorno, secondo il variare della densità di fede nei tempi, cristiani sarebbero andati e non andati a rendere adorazione alla sua ineffabile Presenza, lo sapeva. Forse qualcheduno di noi avrebbe potuto obbiettargli: ‘Signore, fa’ in modo di essere presente quando c’è gente che Ti adora, altrimenti è inutile’. Inutile? No. Le Chiese possono essere vuote, ma Cristo nel tabernacolo non è inutile, perché l’Eucaristia, sia attraverso il Sacrificio, sia attraverso il Sacramento permanente, è una fonte di forza, di grazia, di benedizione, di salvezza incessante. Ricordiamoci che è di lì che si germinano i vergini e le vergini, è di lì che sorgono i fondatori, è di lì che resistono i combattenti, è di lì forse che attraverso una vita apparentemente lontana da Dio si prepara la finale di salvezza nella sua misericordia, ma la si prepara attraverso questa Presenza, che appare a noi silenziosa e inerte, e non è né silenziosa né inerte. Non dobbiamo compiangere la solitudine che spesso è intorno ai Tabernacoli e che è sempre da condannarsi. Dobbiamo rimpiangere, dico rimpiangere e a piena ragione, coloro che si dimenticano che Gesù Cristo sta lì ad attenderli, come Egli, narrando la parabola del figliol prodigo, pone per tanto tempo immobile sulla soglia di casa il padre che non si stanca di aspettare il figlio, il quale alla fine ritorna ed è accolto come figlio, non come servo”.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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