Il Catechismo di San Pio X commentato per voi (n.128)

a cura di Piefrancesco Nardini


Domanda: Chi sono gli apostati?
Risposta: Gli apostati sono i battezzati che rinnegano con atto esterno la fede cattolica già professata.


Come sempre, anche in questo numero San Pio X dà una definizione precisa. Nella sua semplicità fa capire perfettamente il significato di apostasia.

La Treccani la definisce come “ripudio, rinnegamento della propria religione per seguirne un’altra” (vocabolario online).

Il Battesimo è un impegno, quello di professare la fede cattolica, non solo in privato, ma anche in pubblico. Venire meno a questo impegno, abbandonando la fede è un grave peccato.

L’apostasia può essere sia l’adesione ad un’altra religione, che lasciare il cattolicesimo senza aderire a nessun’altra (ateismo).

La differenza con l’eresia sta nel fatto che questa è un abbandono parziale, nel senso che non si riconosce una o più verità della religione. L’apostasia, invece, è un abbandono totale.

Per poter accusare qualcuno di apostasia, ovviamente, servono atti esterni e non equivoci, atti che manifestino chiaramente la volontà cosciente di abbandonare la fede.

Come già detto per gli eretici, anche per gli apostati vale il principio per cui coloro che sono apostati solo occulti, non sono probabilmente fuori dalla Chiesa e dalla comunione dei santi, ma solo membri morti. È richiesto, insomma, un atto chiaro e inequivocabile.

Stesso discorso vale anche per la possibilità per gli apostati di rientrare nella Chiesa: questa è una via sempre aperta a tutti fino all’ultimo. La Chiesa ha sempre insegnato questo: i Padri hanno chiarito che tutti coloro che cadono hanno sempre aperta la via della penitenza. S. Ireneo, ad esempio, indica molti episodi in cui apostati, con confessione pubblica e penitenza, furono nuovamente accolti nella Chiesa (Adv. haer. I, 6, 3; I, 13, 5 e 7; IV, 40, 1).

Un esempio molto importante di perdono dell’apostasia è quello dei cosiddetti lapsi, ossia coloro che apostatavano, sacrificando all’Imperatore o a un dio, per avere salva la propria vita.

San Cipriano racconta che la Chiesa chiarì che tutti potevano essere perdonati e si riservò il diritto di riammetterli, ovviamente previa particolare penitenza, adeguata alla gravità della questione (De Lapsis). “Contro una tendenza lassista serpeggiante nel suo clero egli accentuò la necessità della penitenza come presupposto per la riammissione degli apostati (De lapsis 16), mentre contro il rigorismo di Novaziano difese il potere della Chiesa di perdonare tutti i peccati, compresi quelli di apostasia (Ep. 55, 27)” (L. Ott, Compendio di teologia dogmatica).

Preghiamo allora incessantemente per chi è fuori dalla Chiesa, per aiutarlo a rientrare nella comunione dei santi e alla conseguente salvezza dell’anima.


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