BORRACCIA: 19 gennaio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Siamo prostrati nella polvere; sorgi, o Signore, e liberaci!

(Salmo 43)

I SORSI

1

Cari pellegrini, stiamo passeggiando in un viale contornato da pini altissimi, ma ci accorgiamo che il marciapiede è dissestato, addirittura sono saltate delle mattonelle. La causa? Le radici degli alberi sono cresciute talmente da aver sollevato la terra smuovendola.

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L’acqua di questa borraccia dice che l’uomo è prostrato nella polvere; e per questo invoca il Signore affinché lo possa definitivamente liberare.

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Facciamo prima di tutto una premessa, che è indispensabile. L’antropologia cristiana (cioè la concezione cristiana dell’uomo) non è dualistica, cioè non afferma la contrapposizione tra anima e corpo, per cui si debba aspirare quanto prima a liberarsi di un corpo inteso come “prigione”. No, questo è un errore che cattolicamente è inaccettabile e si chiama “spiritualismo”. L’antropologia cristiana dice invece che l’uomo è unione organica di anima e corpo. L’anima deve governare sul corpo, ma questo (il corpo) è parte integrante della persona umana.

4

Fatta questa premessa, il senso delle parole del Salmo 43 che fanno da acqua di questa borraccia è un altro.

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“Prostrare” richiama l’idea del cadere a terra con sofferenza, dell’essere talmente abbattuto da qualcosa da essere costretti quasi a strisciare.

6

Il dire “siamo prostrati nella polvere” non significa che l’uomo debba rifuggire il suo stato creaturale e soprattutto il suo stato umano di anima e corpo così come Dio l’ha voluto. No, vuol dire piuttosto che c’è una condizione che si è verificata successivamente e che tende ad abbattere l’uomo.

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Questa condizione aggiuntiva è ciò che è conseguito al peccato originale.

8

Nel caso specifico, il catechismo lo chiama concupiscenza, o anche fomite, che si manifesta con la difficoltà di governare se stessi, di vincere i propri difetti, le proprie disordinate passioni.

9

E qui si palesa un dramma che l’uomo non può evitare di sperimentare. Da una parte la grandezza dei suoi desideri; dall’altra la piccolezza che lo inchioda alle sue bassezze.

10

Dopo il peccato originale, Adamo ed Eva si ritrovarono “nudi” e fuggirono dal Signore Dio che andava loro incontro. Non si trattò di una nudità fisica, bensì della consapevolezza della propria pochezza. Prima del peccato, Adamo ed Eva sapevano di essere infinitamente inferiori a Dio, ma non pesava loro tutto questo; né tantomeno Dio glielo faceva pesare. Tant’è che dopo che peccarono e dopo che si nascosero da Dio, si giustificarono dicendo “…abbiamo sentito il tuo passo nel giardino, e ci siamo nascosti perché siamo nudi…” e Dio domandò: “Chi ti ha fatto sapere di essere nudo, hai forse mangiato del frutto che ti avevo comandato di non mangiare?

11

Insomma, un conto è il limite, altro è la bassezza della prostrazione della polvere. Il limite è un dato di natura, a cui l’uomo deve continuamente appassionarsi. La bassezza della prostrazione della polvere è ciò che deve muovere l’uomo a continuamente governare se stesso e a confidare non in sé, ma in Dio: “…sorgi, Signore, e liberaci!

12

Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) scrisse: “L’uomo è simile ad un albero, le cui radici sono nutrite dalla terra, mentre le cime più alte sembrano quasi toccare le stelle.” Le radici sono nella terra, ma non si fanno imprigionare dalla terra; anzi: smuovono la terra e la sollevano. Così deve essere la condizione dell’uomo: essere sì nella terra, ma per vincerla e sollevarla, non per prostrarsi ad essa.

Al Signore Gesù

Signore, aiutami a conformarmi totalmente alla tua volontà.

Malgrado le mie fragilità e la mia pochezza, sollevami e conducimi a Te.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei colei che, pur vivendo sulla terra, non è mai stata prostrata dalla terra.

Anzi, eri Tu ad onorare la terra.

Dove eri presente, lì tutto idealmente s’inchinava dinanzi a Te. Perché così il Signore imponeva.

Quando passa la Regina, tutti si prostrano e tutto deve inchinarsi.

Anch’io non voglio farmi prostrare dalla terra, ma da Te. Per questo vengo da Te e mi stringo a Te.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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