BORRACCIA – 10 giugno

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi ogni tanto. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione, che si sorseggia ogni tanto. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

(…) al Sovrano canto il mio poema
(Salmo 44)

I SORSI

1

Cari pellegrini, immaginiamo di essere dinanzi ad un ingranaggio. Due ruote dentate sono in perfetta sincronia. Se non lo fossero, si avvertirebbe un rumore stridente e a nulla servirebbero quelle due ruote.

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L’acqua di questa borraccia afferma che al Sovrano si deve cantare il proprio poema. Il che vuol dire che alla perfezione di Dio si deve corrispondere con la propria “perfezione”.

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Gesù dice di essere perfetti come è perfetto il Padre Celeste (Matteo 5).

4

Facciamo però attenzione. Nelle parole del salmo si parla di “poema”: l’uomo deve offrire il proprio “poema” a Dio. Ovvero la sua vita deve offrirsi a Dio come “poesia”.

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La poesia, quella vera, è bellezza. Ma una bellezza particolare. E’ la bellezza che sinteticamente -cioè intuitivamente- coglie le ragioni e il significato profondo di ciò che si osserva.

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Thomas Stearns Eliot (1888-1965) dice infatti che la poesia ha la capacità di “…comunicare anche prima di essere capita”. Da qui la sua capacità d’intuire. Giuseppe Baretti (1719-1789) così scrisse a proposito della capacità che ha la vera poesia di cogliere le ragioni del reale: “Perché la poesia sia buona, dev’essere tale, che non stravolga mai la retta idea delle cose.”

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Questa capacità di descrivere e capire il reale, e nello stesso tempo di rimanergli fedele, rende, la poesia, vera poesia e fa di essa un’armonia.

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Ma torniamo all’acqua della borraccia: a Dio l’uomo deve offrire una vita che sia una “poesia”, cioè sia un’armonia di bellezza.

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Perché? Perché alla bellezza infinita di Dio bisogna corrispondere con la bellezza possibile dell’uomo.

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Perché all’armonia infinita e splendente di Dio deve corrispondere l’armonia possibile dell’uomo.

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I denti di una ruota di ingranaggio sono fatti per accordarsi con quelli dell’altra ruota. Così l’uomo deve accordarsi con Dio. Qui è l’unica sua bellezza. Qui è l’unica sua armonia.

Al Signore Gesù

Signore, la mia vita deve essere un seguirti.

La mia volontà deve conformarsi alla Tua.

In questo: l’unico mio spazio.

In questo: l’unico mio destino.

In questo: l’unica mia felicità.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei colei che più hai corrisposto a Dio.

Ecco perché Tu sei il più bel “poema” che l’universo abbia conosciuto e mai conoscerà.

A questa stupenda bellezza voglio aggrapparmi.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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