IL MESE DEL ROSARIO – Le distrazioni involontarie non pregiudicano la validità del Rosario

Per recitare il Rosario occorre la fede e la buona volontà.

Dice san Luigi Grignon de Montfort: “(Non bisogna abbandonare il Rosario) perché si ha una folla di distrazioni involontarie nello spirito, un disgusto strano nell’anima, una noia fastidiosa e un assopimento pressoché continuo nel corpo; non c’è bisogno di gusto né di consolazione, né di sospiri, né di slanci, né di lacrime, né di applicazione continua dell’immaginazione per ben recitare il proprio Rosario. La fede pura e la buona intenzione sono sufficienti.” (Il segreto ammirabile del Santo Rosario, n.35)

Dunque, le distrazioni involontarie non pregiudicano la validità del Rosario.

Anzi, le distrazioni involontarie e contro cui si lotta, rendono ancora più meritevole la recita del Rosario.

Dice ancora san Luigi Grignon de Montfort: “(Non ti preoccupare se) durante tutto il tuo Rosario la tua immaginazione sia stata piena che di immagini e pensieri stravaganti, che tu ti sei sforzato di cacciare il meglio possibile quando te ne sei accorto. Il tuo Rosario è tanto migliore quanto più è meritorio; è tanto più meritorio quanto più è difficile; è tanto più difficile in quanto è meno gradito all’anima e quanto più pieno di miserabili moscerini e formiche che, non facendo che correre di qua e di là nell’immaginazione malgrado la volontà, non danno all’anima il tempo di gustare quello che ella dice e di riposare nella pace.” (Il segreto ammirabile del Santo Rosario, n.124).

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