Risurrezione
Pater noster – San Giuseppe, prega per noi!
San Bernardino da Siena un giorno predicava a Padova sul Patriarca san Giuseppe. Ad un tratto esclamò: San Giuseppe è glorioso in Cielo, in corpo ed in anima. Immediatamente si vide apparire sulla testa del santo predicatore una croce d’oro risplendente, quale testimonianza celeste della verità di questa affermazione. Tutto l’uditorio constatò il prodigio.
San Giuseppe morì e fu sepolto; però non pochi credono che il suo corpo sia risuscitato ed ora si trovi in Cielo. Ancora la Chiesa non ha definita questa verità quale dogma di fede, ma i Santi Padri ed i maggiori Teologi sono d’accordo nell’affermare che san Giuseppe sia già nel Paradiso in corpo ed in anima, come lo è Gesù e la Madonna. Nessuno ricerca o dice di avere qualche reliquia del corpo di San Giuseppe.
Si legge nel Vangelo di San Matteo: Quando Gesù risuscitò da morte, i sepolcri si aprirono e molti corpi di Santi, che erano morti, risuscitarono e apparvero a molti. (Matteo 27,52).
La risurrezione di questi giusti non fu temporanea, come quella di Lazzaro, ma fu definitiva. Ovvero, invece di risorgere come gli altri alla fine del mondo, risuscitarono prima, per rendere onore a Gesù, trionfatore della morte.
Quando Gesù salì al Cielo, cioè il giorno dell’Ascensione, costoro entrarono gloriosi nel Paradiso.
Se questo privilegio ebbero tanti Santi dell’Antico Testamento, è da pensare che l’abbia avuto a maggior ragione san Giuseppe, il quale a Gesù era più caro di qualsiasi altro Santo.
San Francesco di Sales nel Trattato sulle virtù di san Giuseppe dice: Se noi crediamo che, in virtù del Santissimo Sacramento che riceviamo, i nostri corpi risorgeranno nel giorno del Giudizio, come potremo dubitare che Gesù non abbia fatto salire al Cielo con sé, in anima e corpo, il glorioso san Giuseppe, il quale aveva avuto l’onore e la grazia di portarlo così sovente sulle sue braccia e di accostarlo al proprio cuore? Io tengo per certissimo che san Giuseppe sia in Paradiso in anima e corpo.
San Tommaso d’Aquino dice: Quanto più una cosa si avvicina al suo principio, in qualsiasi genere, tanto più partecipa degli effetti di quel principio. Come l’acqua è tanto più pura, quanto più è vicina alla sorgente, il calore è più ardente, quanto più ci si avvicina al fuoco, così san Giuseppe, che fu vicinissimo a Gesù Cristo, dovette ottenere da Lui una maggiore pienezza di grazia e di predilezione.
Come si è detto, coloro che risuscitarono quando risorse Gesù, apparvero a molti. E’ logico affermare che san Giuseppe, appena risorto, sia apparso alla Vergine Santissima e l’abbia confortata mostrandole il suo stato glorioso.
Si conclude con san Bernardino da Siena: Come Gesù fece salire al Cielo gloriosa in corpo e anima Maria Vergine, così nel giorno della sua risurrezione unì pure con sé nella gloria san Giuseppe.
Come la Sacra Famiglia visse assieme una vita laboriosa ed amorosa, così è giusto che ora nella gloria dei Cieli regni assieme con l’anima e il corpo.
Esempio
Un conte della città di Fermo onorava san Giuseppe specialmente il mercoledì, recitando una preghiera particolare alla sera. Sulla parete presso il letto teneva un quadro del Santo. Un mercoledì sera aveva reso al Patriarca il solito atto di ossequio ed aveva preso riposo. Nella mattinata, mentre stava ancora a letto, si abbatté sulla sua abitazione un piccolo ciclone con scariche elettriche. Parecchi fulmini, divisi in varie scintille, guizzavano per il piano superiore, mentre altri, seguendo i fili dei campanelli, scendendo al piano inferiore, percorrevano la cucina e penetravano in tutte le stanze. Nell’abitazione c’erano altre persone e nessuna subì danno. Il fulmine entrò anche nella camera del conte, il quale, spaventato, osservava la scena. Quando una scarica elettrica, diretta alla parete, giunse presso il quadro di san Giuseppe, cambiò direzione, lasciandolo intatto. Il conte gridò: Miracolo! Miracolo! Quando cessarono quei momenti terribili, quel signore ringraziò san Giuseppe di averlo protetto ed attribuì quella grazia alla preghiera che aveva recitata la sera precedente.
Che bellezza queste pagine giorno per giorno. Da questa odierna mi piace dar risonanza e attualizzazione a questa frase .
Questo riferimento alla Famiglia mi rimanda a un libricino appena da qualche mese pubblicato: Elledici “Le nuove Beatitudini in famiglia” (Autore Aldo Maria Valli, 48 pp, prezzo 4,50 euro). Perché mi pare un piccolo contributo al vivere già da ora e insieme quella che sarà la ‘la gloria dei Cieli’. E lo associo anche alla festa del papà, che non a caso è fissata nella festa di San Giuseppe. Perché credo che ‘papà’ dica relazione, a prescindere da situazioni felici o problematiche. Credo dica una circolarità vitalizzante, o da rendere tale! E dica pure famiglia e comunità educante, tra cui e non ultimi catechisti e operatori pastorali. Allora, mi pare che il regalo da fare a un papà debba essere felicemente coinvolgente ogni persona che sia in relazione con il papà, alla famiglia tutta, perché interiormente questa relazione si consolidi e si dilati fino ad essere per ognuno e per tutti insieme pienamente formativa ad una vita sempre più bella, buona, bella, alta, lieta e forte. Di questo libricino segnalo, per chi volesse ‘interessarsene’
* Un link per accenno recensione:
http://www.elledici.org/article/le-nuove-beatitudini-in-famiglia
* Un altro link per un capitoletto «Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati» quale assaggio del libricino
http://www.farodiroma.it/2017/02/20/beatitudini-famiglia-aldo-maria-valli/
Nota: Mi sono riferita a papà, mamma, figli, educatori vari. Agggiungo che penso anche ad ogni persona che ami riflettere; a tutte quelle persone che ‘attente alla vita’ sono capaci di trovarvi spunti vivaci e attuali per la relazione con se stessi e in ogni ambito di professione; e nel caso di giovani spunti efficacissimi di di crescita e di autoformazione! Come felicemente sintetizzato nella frase ‘programmatica’ di questo sito ‘Dio è Verità, Bontà e Bellezza’.
Grata, Sr Carmela
-> Qualche passaggio dal capitoletto «Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati»:
[…]Mi piace l’immagine usata da Benedetto XVI a proposito dei «deboli segnali» mandati da Dio, segnali che vanno captati con antenne adeguate[…] Vivere così, cercando le cose grandi, è entusiasmante, e i giovani lo capiscono. Loro hanno bisogno di prendere il largo e noi adulti abbiamo il dovere di non mortificarli. Nella nostra famiglia non lesiniamo le risorse quando si tratta di formazione interiore, morale e intellettuale. Ma questo tipo di formazione può avvenire anche nella quotidianità. Basta uno spunto qualsiasi: una notizia ascoltata al telegiornale, il commento fatto da un amico, una lezione appresa a scuola. La nostra raccomandazione è sempre la stessa: non lasciatevi tirare verso il basso, e soprattutto non accontentatevi. Non accontentatevi del «così fan tutti», del già detto, degli schemi mentali che sembrano più consolidati e dei comportamenti più diffusi. Imparate ad andare controcorrente. Papa Francesco lo ha detto molto bene: «Andate controcorrente, andate avanti. Ma con i valori della bellezza, della bontà e della verità». Queste tre voglie non devono mai venir meno: ecco la fame e la sete della giustizia[…].