di Corrado Gnerre
Sappiamo che papa Francesco, pur condannando l’omosessualità e pur rifiutando il cosiddetto “matrimonio omosessuale”, si è dichiarato più volte favorevole alle unioni civili, cioè ad un certo riconoscimento giuridico delle convivenze omosessuali.
Duole dirlo, ma si tratta a riguardo di un allontanamento non indifferente dalla dottrina autenticamente cattolica.
In un documento del 2003 (Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni civili tra persone omosessuali), la Congregazione per la Dottrina della Fede afferma che la questione delle unioni civili riguarda la legge naturale e quindi il bene comune. Il documento dice esplicitamente così: “Ci si deve astenere da qualsiasi tipo di cooperazione formale alla promulgazione o all’applicazione di leggi così gravemente ingiuste nonché, per quanto è possibile, dalla cooperazione materiale sul piano applicativo. In questa materia ognuno può rivendicare il diritto all’obiezione di coscienza.”
Insomma, si coglie bene che, stante a queste parole, certe dichiarazioni di papa Francesco sono una vera e propria cooperazione formale all’approvazione delle unioni civili e quindi la posizione del Papa un problema non indifferente.
Qualcuno però potrebbe fare questa obiezione: se è vero che papa Francesco sbaglia dichiarandosi a favore delle unioni civili, è pur vero che comunque condanna la pratica omosessuale. A tal riguardo si potrebbe rispondere: e ci mancherebbe! Ma andiamo oltre. Se ci si riflette, il problema si aggrava. Vediamo perché. In un certo senso l’approvazione legale di tali unioni è più grave dell’omosessualità che si pratica a livello privato. Per due motivi. Primo, perché le leggi positive (cioè poste dallo Stato) fanno tendenza e quindi, quando sono contro la legge naturale, si pongono nella dimensione dello scandalo pubblico. Secondo, perché se lo Stato riconosce le unioni civili omosessuali, impegnandosi quindi a sostenerle con il denaro pubblico, allora vuol dire che tali unioni sarebbero un beneficio per la comunità e quindi sarebbero conformi ad un corretto concetto di bene comune.
Insomma… sono dolenti note!
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
Le dolenti note sono un papa così. Fino a quando, Signore?
Dopo otto anni e mezzo (a dispetto della ‘profezia’ più volte esternata nei primi tempi: il mio sarà un pontificato breve, 3 o 4 anni non di più, ne sono certo, me lo sento) si sa quel che gli passa per la testa e cosa pensa, però non si riesce a farsi l’abitudine. Io almeno non ci riesco. Ho un bel dirmi non farci caso, ignoralo: tutte le volte è un dolore.
Nonostante questo, sono certa che non ce la farà, lui e tutti quelli che lo seguono e l’hanno voluto (che sono la stragrande maggioranza dei cattolici). E penso che possa continuare ancora per vari anni. Non importa: andremo avanti nella fede di sempre e ci purificheremo ancora, fiduciosi sempre più in Dio.
La loro base è molto fragile: parole, parole, parole … dove si annidano astuzia e menzogna.
P.S. Se il commento vi sembra troppo irriverente, eliminatelo pure.