SOSTA – Perché bisogna sfruttare anche le piccole azioni per servire Dio?

La risposta è molto semplice: perché per servire Dio non occorre fare cose straordinarie. Intendiamoci. Se Dio ci pone dinanzi il dovere di compiere cose grandi, non ci si può tirare indietro. Ma ciò ordinariamente non avviene. Avviene piuttosto che Dio attende la nostra conformazione alla sua volontà in ciò che di ordinario permette nella nostra vita quotidiana. E’ lì -sempre!- che siamo chiamati ad essergli Fedele.

A che serve pensare che se Dio permetterà in futuro chissà quale grande sacrificio nella nostra vita (forse finanche il dover dare la propria vita) si sarà capaci di fare questo, se poi non si è capaci di conservare la pazienza nelle piccole cose, cioè nei piccoli disagi della vita di tutti i giorni?

San Francesco di sales così scrive in Introduzione alla vita devota (Parte III, Capitolo 35):

I piccoli atti di carità quotidiani, un mal di testa, un mal di denti, una flussione, la rottura di un bicchiere, il disprezzo o una smorfia, in breve tutte le piccole sofferenze, prese o abbracciate con amore, accontentano infinitamente la Bontà divina che, per un solo bicchiere d’acqua ha promesso un mare di felicità a tutti i Suoi fedeli. Le grandi occasioni di servire Dio si presentano raramente, ma le piccole sono ordinarie. Fate dunque ogni cosa nel nome di Dio e tutto sarà ben fatto.


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