LA LITURGIA – San Giuseppe Artigiano

La Chiesa anticamente cristianizzava le feste pagane, usando con grande libertà date e cerimonie per dar loro un volto del tutto nuovo. Ispirandosi a questa tradizione, la Chiesa pose la festa civile del lavoro, il 1° maggio, sotto la potente protezione di San Giuseppe, l’umile artigiano che Dio ha scelto per vegliare sull’infanzia del verbo Incarnato. Il mondo del lavoro acquista ogni giorno maggior coscienza della propria importanza: spetta dunque alla Chiesa farne conoscere tutta la dignità e a ciò contribuisce in modo stupendo la figura di San Giuseppe. Chi meglio di lui, nel suo faticoso lavoro di ogni giorno rese grazie a Dio Padre per mezzo del Signore Gesù, suo apprendista docile e obbediente, Colui che era chiamato il figlio del falegname? Possa San Giuseppe custodire con la sua vigilante protezione questo mondo del lavoro di cui divise l’austera sorte: possa egli guidare e sostenere i suoi sforzi per far regnare nel mondo la giustizia e la carità, sotto la legge amorosa di Gesù Cristo. 


Introito

(Sapienza 10,17 e Salmo 126,1)

La Sapienza diede ai giusti il compenso delle loro fatiche e li condusse per una via meravigliosa e fu per loro come ombra durante il giorno e come stella luminosa durante la notte.

Se il Signore non edifica Lui la casa, invano si affaticano quelli che la costruiscono.


Lettura

(Colossesi 3,14-15, 17, 23-24)

Fratelli, rivestitevi della carità, che è il vincolo della perfezione; e la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati nell’unità di un medesimo corpo, regni sovrana nei cuori. E, finalmente, siate riconoscenti. E tutto ciò che dite o fate, tutto sia nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre, per mezzo di Lui. Qualunque sia il vostro lavoro, agite di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete in ricompensa l’eredità. Servite al Signore Cristo!


Vangelo

(Matteo 13,54-58)

In quel tempo, giunto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?». E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.


Meditazione

  1. Se la casa non viene edificata dal Signore, invano lavorano i costruttori.
  2. Gli operai devono darsi da fare per costruire la casa. Devono rimboccarsi le maniche, devono sudare, devono mettere alla prova i propri muscoli. Devono faticare.
  3. Ma tutto questo può risultare impietosamente inutile se non si capisce che il vero operaio, cioè il vero autore dell’opera, è Dio.
  4. Se si decide di lavorare da soli, la costruzione viene fuori lo stesso, ma sarà una costruzione inutile; e soprattutto troppo fragile. Basterà poco e crollerà. E forse potrà trasformarsi anche in una maledizione per chi l’ha costruita, nel senso che potrà crollare addosso a chi l’ha edificata e ai propri cari.
  5. Ciò che invece si costruisce con Dio e per Dio rimarrà sempre saldo.
  6. Non perirà, anzi più passerà il tempo e più si rinsalderà, perché destinata a splendere nell’eternità.

 


Colloquio

  1. Signore, dammi la forza per darmi da fare.
  2. Fa che non possa mai farmi prendere dallo scoramento e dalla pigrizia.
  3. Ma fa anche che tutto quello che possa eventualmente “costruire” lo costruisca con Te e per Te.
  4. E inoltre fa sì che ringrazi Te per ogni mio sforzo, perché solo Tu puoi dare ragione e senso al mio lavoro.

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