Rubrica a cura di Corrado Gnerre

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Il popolo è ben altra cosa rispetto alla massa. La massa è qualcosa d’informe, che, pertanto, si lascia facilmente plasmare. Il popolo no. Esso ha una sua identità, una sua storia, delle radici. Ha un vissuto che gli permette di giudicare con buon senso il reale. E questo lo conforta di un’eredità: la saggezza. Certo, i popoli non sono uguali; perché le culture non sono uguali. C’è chi ha conquistato il Vero. Chi lo ha atteso. Chi lo ha rifiutato. Chi se ne è allontanato. Ma al di là di questo, ciò che è di natura percepisce il senso delle cose e il mistero del vivere. E, proprio perché Dio ha fatto sì che la natura fosse predisposta all’accoglienza della Grazia, non c’è buon senso popolare che non manifesta questo desiderio; al di là di ciò che la Storia dei singoli popoli partorisce. Ecco perché si può capire l’unicità e la bellezza della Verità Cattolica anche attraverso il buon senso di tutti i popoli. 

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La Bibbia lo dice: c’è un tempo per tutto. C’è un tempo per ridere e c’è un tempo per piangere; c’è un tempo per lavorare e un tempo per riposarsi… (Ecclesiaste 3)

Non sarebbe giusto né che s’invertissero i tempi, per cui quando si deve ridere si pianga e quando si deve piangere si rida, ma non sarebbe giusto nemmeno che tutto si appiattisca, che tutto si renda monotono, senza variazioni di sorta. Ciò sarebbe una menzogna, perché la vita non è così.

Aspettarsi il caldo dei tropici in Islanda, significherebbe sperare nell’assurdo. Ma non solo: sarebbe una smentita impietosa della scelta della mèta di un viaggio. In Islanda bisogna vivere il clima islandese.

Così in ogni evento che il Signore permette nella nostra vita, bisogna attendersi il clima interiore che il Signore permette ed esige per il nostro bene.

Piangere -con pazienza e senza disperarsi- la morte; e sorridere alla vita.

Dio è Verità, Bontà e Verità

Il Cammino dei Tre Sentieri