- Viene da chiedersi come mai ci sono civiltà che si studiano di più e civiltà che si studiano di meno. Basterebbe già questa evidenza per capire come le civiltà non si equivalgano affatto…anche se oggi è dura poter affermare questo in un clima, come quello attuale, di relativismo culturale, di politically correct e di cancel culture.
- Per rispondere a questa domanda, leggiamo cosa scrive il noto apologeta cattolico Rino Cammilleri nel suo Fregati dalla scuola: La civiltà prima di Roma presenta, grosso modo, la situazione seguente: a)imperi mesopotamici e mediorientali (Assiri, Babilonesi, Caldei, Ittiti, etc…); b)Egitto faraonico; c)città-stato greche; d)barbari; e)popoli e civiltà indiane e cinesi; f)popoli e civiltà precolombiane (forse, ma si sa poco); g)regni e popolazioni tribali africani. Giustamente i manuali di storia si concentrano su quel che accadde nei luoghi più civilizzati, cioè la Grecia e il vicino Oriente. Qui ci imbattiamo in due misteri: Atene e Israele. Perché parliamo di “misteri”? Perché si tratta delle uniche due realtà sopravvissute fino ad oggi, nel senso che continuano ad influenzare l’attuale nostra civiltà. Infatti sono completamente spariti i Faraoni e Sparta, Nabucodonosor e Ammurabi. ma gli Ebrei ci sono ancora, così come l’idea di democrazia e la filosofia ellenica. Ma procediamo con ordine. Quando si pensa alla Grecia di allora vengono in mente nomi di città come Tebe, Sparta, Micene. Città abitate da poche migliaia di abitanti, sempre in guerra tra di loro. Ma Atene era diversa. La democrazia ateniese ancora oggi è oggetto di studio, diversamente da Sparta, per esempio (che pure colpisce la nostra immaginazione). Ancora oggi gli studenti devono cimentarsi con i teoremi di Euclide e di Pitagora, con la filosofia di Platone e Aristotele, con le tragedie di Eschilo e di Sofocle. Ma non si studiano più, per esempio, il pensiero di Ramsete II né l’astrologia caldea. Insomma, il pensiero greco è un unicum, tant’è che i Romani conquistatori lo fecero proprio in toto, dèi compresi. Invece si tennero culturalmente alla larga dagli altri popoli conquistati. Perché? Boh. Altro boh: gli Ebrei. Il loro capostipite, si sa, è Abramo. Ma Abramo era della città di Ur, e Ur era una città caldea. Ora i Caldei sono un popolo così antico che le sue tracce si perdono nella leggenda e nella notte dei tempi. Dunque gli Ebrei sono antichissimi. Non solo. Essi erano diversi da tutti gli altri popoli. Non avevano arte, pittura, scultura, letteratura, architettura. Niente. Solo la Scrittura. L’unica cosa an cui si dedicavano era la Scrittura e il continuo commento ad essa. Vietate le immagini e le statue, l’unica costruzione che si ricorda era il tempi. Anche il governo era in mano ai sacerdoti. Eppure questo popolo ha attraversato i millenni ed è ancora tra noi, sempre attaccato, nei più, a quella sua Scrittura e a quell’antichissima Promessa.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
In questo post si espone il pensiero di Rino Camilleri, che però contiene un punto di vista assai discutibile, per non dire del tutto errato, e cioè che le civiltà dell’estremo oriente, cioè quelle indiane e cinesi non si studino perché “meno civilizzate” rispetto alla Grecia e al Vicino Oriente. Lascio all’autore la responsabilità di tutto ciò… E contiene pure un’altra affermazione errata circa l’antichità del popolo dei Caldei, civiltà che risale a non prima del IX sec. a. C. Infatti molti commenti biblici affermano che bisognerebbe scrivere che Abramo proveniva da “Ur dei Sumeri” perché se datiamo l’epopea di Abramo al 1800 a.C. a quei tempi Ur era abitata dai Sumeri e non dai Caldei. Insomma un po’ di precisione in più non farebbe male…