Nell’idealismo hegeliano non ci sono i presupposti per credere nel peccato originale. E questo per due motivi.
Il primo motivo è che il male non è davvero tale. Il pensiero di Hegel è un immanentismo, ovvero la Verità è nella Storia e s’identifica con la Storia. Pertanto la salvezza non può essere data dalla grazia, intesa come dono gratuito di Dio, bensì è inevitabilmente inserita nel divenire storico. In questa prospettiva la sofferenza e l’imperfezione non possono essere considerati dei “mali” che sarebbero scaturirti da un peccato dell’uomo, perché l’uomo in quanto parte dello spirito immanente alla Storia di fatto non ha una vera e propria libertà. Allora tali “mali”, come appunto la sofferenza e l’imperfezione, in realtà non sarebbero tali, bensì condizioni necessarie affinché si realizzi il divenire incontrovertibile della Storia. E’ per questo che Hegel parla di tesi-antitesi e sintesi. Egli afferma che il negativo (l’antitesi) sarebbe parte integrante del positivo (tesi) e insieme formerebbero la sintesi. Dunque, il male è necessario e in un certo qual modo è parte integrante del positivo. Dunque la Verità è contraddizione, perché la Verità la Storia s’identificano…e la Storia è sempre contraddittoria.
Il secondo motivo è che la fede nel peccato originale implica la convinzione che la Storia non possa salvare se stessa. Nell’idealismo hegeliano la Storia procede in un tempo in cui può realizzarsi da sé la perfezione. Se il tempo è stato guastato da un fatto esterno al Tempo stesso (il peccato originale), allora ciò significherebbe che può sanare la Storia solo qualcosa che debba irrompere nel e non dal Tempo. Insomma, l’hegelismo dice che la Storia salva se stessa; mentre il Cristianesimo afferma che la Storia può essere salvata solo dalla Grazia.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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