LITURGIA – SS.Alessandro, Evenzio e Teodulo, martiri e Giovenale, vescovo e confessore

Il Martirologio romano ricorda oggi un gruppo di martiri che avevano la loro tomba sulla Via Nomentana, e San Giovenale, vescovo di Narni, morto nel IV secolo. 


Introito

(Salmo 144, 10-11 e 1) 

I tuoi amici, o Signore, Ti benedicano; proclamino la gloria del tuo regno, alleluia, alleluia.

Io Ti esalto, o Re mio Dio, e benedico il tuo nome adesso e per sempre.


Lettura

(1 San Pietro, 1,3-7)

Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po’ afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell’oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo.


Vangelo

(Giovanni 15,5-11)

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.


Meditazione

  1. Il tema è chiaro: bisogna stare con Dio per rimanere vivi e non marcire.
  2. San Paolo dice: “(…) nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce.” 
  3. Il Vangelo offre l’immagine della vite e dei tralci. Non si cita esplicitamente la linfa, eppure è proprio questa sostanza la protagonista. Il tralcio può rimanere vivo se è innestato nella vite da dove attingere la linfa.
  4. Senza la linfa, si marcisce.
  5. La linfa è la grazia, cioè la vita stessa di Dio trasmessa all’uomo, ciò che permette di essere uniti a Dio, di ricevere da Lui la vita soprannaturale.
  6. Dunque, senza Dio, non c’è vita possibile.
  7. L’unico destino possibile, staccati da Dio, è quello di marcire, cioè di corrompersi: di polverizzarsi.
  8. L’uomo che crede di diventare finalmente autosufficiente senza Dio, finisce impietosamente con il dover constatare il proprio fallimento, la propria polverizzazione.

Colloquio

  1. Signore, fa che rimanga sempre con Te.
  2. Meglio morire che staccarmi da te con il peccato mortale.
  3. Signore, io non voglio marcire, ma essere segno eterno del Tuo immenso splendore.
  4. Maria, Tu che sei Regina dello Splendore, fa che questo accada… e che sia per sempre.

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