BISACCIA – Con Albert Einstein

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare il piccolo necessario; non certo il pasto che i pellegrini chiedevano e chiedono agli ostelli, ma qualche semplice e piccolo boccone per sostenere il passo. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia”  è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità cattolica. 

“Come si può mettere la Nona di Beethoven in un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L’universo non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto.”

(Albert Einstein )

Lasciamo perdere come Einstein abbia vissuto e soprattutto cosa abbia pensato. D’altronde il senso delle “bisacce” è scorgere del vero anche nella sapienza naturale.

C’è nelle parole del celebre fisico qualcosa di profondamente vero e, dunque, di profondamente sapiente.

La Bellezza non può essere ridotta ad un teorema cartesiano. Non c’è alcuna prospettiva quantitativa che possa dare vero ed esaustivo significato a ciò che ammiriamo, cioè a ciò che scalda il nostro cuore e che ci apre ad un’appagante contemplazione.

Ma Einstein non si limita a dire questo, va oltre.

La stessa realtà non è quantificabile, bensì permane in essa un mistero che l’avvolge e che ce la rende ammirabile.

Noi ci permettiamo di aggiungere anche dell’altro: il senso del mistero che definisce il reale lo rende anche più comprensibile.

Sembra un paradosso, e per certi versi lo è anche, ma è così. Se infatti la realtà fosse totalmente analizzabile dalle nostre proporzioni e dai nostri calcoli, il pianto, la tristezza e il dolore non troverebbero risposta. E’ invece il mistero che avvolge tutto, è il mistero ciò che rende spiegabile il perché del pianto, della tristezza e del dolore. Un mistero che non opprime e non uccide, ma che apre al Significato della vita.

Per questo anche Einstein -lui che non aveva certo una concezione corretta del divino- riesce a capire che “chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto“, ovvero un uomo destinato a “vegetare”, cioè a passivamente veder scorrere il tempo senza poterne cogliere il Perché.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

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