APOLOGETICA CONTEMPLANDO L’ARTE – “Fienagione” (Julien Dupré)

Rubrica a cura di Corrado Gnerre



Noi de Il Cammino dei Tre Sentieri siamo convinti che è importante ribadire che Dio è Somma Verità, Somma Bontà e Somma Bellezza. Che la Verità Cattolica non solo è “vera” ma è anche “bella”, che essa non solo soddisfa pienamente l’intelligenza con la sua inappuntabile logica, ma anche il cuore con il suo costitutivo e irresistibile fascino. 
Ed ecco perché le nostre meditazioni devono muovere anche dalla contemplazione della Bellezza, utilizzando quella che si è soliti definire la “Via Pulchritudinis”… appunto: la “Via della Bellezza”, che è il Terzo Sentiero de “Il Cammino dei Tre Sentieri”


Fienagione (1880)di Julien Dupré (1851-1910)

Solitamente si crede che ci siano lavori nobili e lavori meno nobili. Che i lavori non siano uguali è un fatto. Che non meritino la stessa risonanza è pur vero. D’altronde chi oserebbe confondere l’importanza di incarichi delicati, come quello di governare per esempio uno Stato, con altri che implicano minori responsabilità. Tutto vero. Ma con questo giusto discrimine bisogna fare attenzione. Un conto è il carico di responsabilità; altro il distintivo della nobiltà. Il concetto di “nobiltà” riconduce a quello di “notorietà”. Il nobile è colui che è illustre. Illustre perché appartiene, per esempio, ad un noto casato. Ma il tutto ha avuto origine perché qualcuno della suoi avi si è saputo distinguere, diventando pertanto una persona “distinta”, cioè nobile. Torniamo al lavoro. Ogni legittimo mestiere può essere davvero nobile, cioè può distinguersi. Può distinguersi per maestria, ma può distinguersi  anche per semplice generosità ed abnegazione.

Due contadini, un uomo e una donna, stanno raccogliendo del fieno. Lavoro faticoso, ma umile. Eppure anche in questo umile impegno ci può essere nobiltà; se lo sforzo viene vissuto nell’onestà dell’offerta. I gesti dei due lavoratori sono raffinati. Malgrado la dura fatica, i corpi non esprimono irregolarità, trasandatezza o sconvenienza, piuttosto sembrano quasi danzare. Il corpo della donna, poi, è raccolto in una movenza elegante. Un’eleganza che stride con gli abiti miseri e logori per la fatica, ma che evidentemente nasce dalla convinzione che anche quel lavoro serve, e anche da quel lavoro scaturirà un bene che rimarrà scolpito per l’eternità …e compensato nell’eternità.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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