Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare il piccolo necessario; non certo il pasto che i pellegrini chiedevano e chiedono agli ostelli, ma qualche semplice e piccolo boccone per sostenere il passo.
Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia” è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità cattolica.
“La morte è, come la nascita, un mistero della natura”
(Marco Aurelio)
Solitamente è la nascita che si pensa come mistero.
Ed è così. La nascita non è dovuta, è un dono. Nessuno decide di vivere. Ognuno si ritrova la vita senza essere previamente interpellato.
Ma non solo la nascita. Anche la morte è un mistero.
E’ un mistero per l’uomo, che è l’unico essere vivente a poter riflettere su di essa; cioè a pensarla e considerarla anche quando è lontana, anche quando nulla può far presagire una sua incombenza.
La morte è il mistero della riconduzione dell’esistere.
E chi stoltamente non pensa alla morte, è destinato al fallimento.
Così sarebbero destinate al fallimento anche le civiltà che dovessero costruirsi decidendo di obliare questo destino.
Perché? Perché in tal modo si andrebbe a rimuovere ciò che -solo- può spingere ogni uomo a considerare il proprio posto nella vita e il proprio, ineludibile, bisogno di abbandonarsi a Dio.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
Be the first to comment on "La Bisaccia – “La morte è, come la nascita, un mistero della natura.” (Marco Aurelio)"