Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare il piccolo necessario; non certo il pasto che i pellegrini chiedevano e chiedono agli ostelli, ma qualche semplice e piccolo boccone per sostenere il passo.
Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia” è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità cattolica.
La tua saggezza sia la saggezza dei capelli bianchi, ma il tuo cuore sia il cuore dell’infanzia innocente.
Friedrich Schiller (1759 – 1805)
E’ proprio vero. L’uomo deve acquistare saggezza, rispettare la serietà del tempo e maturare nella saggia senilità. Fare, cioè, del tempo la giusta esperienza e mettersi così alla scuola degli accadimenti.
Eppure questo non basta. Anzi, perché la saggezza possa davvero esserci, occorre una precondizione. Occorre partire da uno stato che mai dovrebbe mutare: lo stato dell’infanzia.
Gesù dice: “Se non diventerete come bambini, non potrete entrare nel regno dei cieli” (Matteo 18).
E’ lo stato dell’infanzia che costringe alla saggia contemplazione, piuttosto che alla stolta e sovversiva manipolazione ideologica.
E’ il semplice sgranare gli occhi e stupirsi che apre alla meraviglia del Vero.
Non c’è, dunque, saggezza senza contemplazione.
Affinché il tempo possa essere reso tesoro per maturare, occorre conferire proprio al tempo, che è mutevole, l’immutabile signoria del Vero che può essere riconosciuta solo dagli occhi di chi rimane bambino.
Insomma, non c’è saggezza possibile senza che i capelli bianchi siano di contorno agli occhi limpidi di un bambino.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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