Per rispondere a questa domanda, consultiamo il Compendio di Teologia Dogmatica di Ludovico Ott, che scrive: “Per dogma in senso stretto s’intende una verità religiosa immediatamente o formalmente rivelata da Dio e come tale propostaci a credere al Magistero della Chiesa“.
Il Concilio Vaticano I dichiara: “Si devono credere per fede divina e cattolica tutte quelle cose che sono contenute nella Parola di Dio (rivelazione) scritta o trasmessa oralmente, e che la Chiesa, o con solenne giudizio, o col suo ordinario e universale magistero, propone a credere come rivelate da Dio.”.
Dunque nel dogma ci deve essere tanto la rivelazione formale quanto il ruolo del Magistero. Per quanto riguarda la rivelazione formale, la verità deve essere formalmente rivelata da Dio sia in modo esplicito, sia in modo implicito e pertanto essere contenuta nelle fonti della Rivelazione, cioè nella Scrittura o nella Tradizione. Per quanto invece riguarda il ruolo del Magistero, la verità dogmatica si esprime o in modo straordinario con solenni definizioni del Papa o di un Concilio generale, oppure col Magistero ordinario e universale della Chiesa, per esempio con la promulgazione di catechismi da parte dei vescovi.
C’è una differenza tra la Scuola Tomista e la Scuola Scotista in merito a questa questione. I Tomisti affermano che la verità espressa nel dogma debba essere contenuta nelle fonti della Rivelazione immediatamente o formalmente, ovvero sia in modo esplicito che in modo implicito. Secondo gli Scotisti, invece, una verità può essere proposta come dogma anche se contenuta solo mediatamente o virtualmente nelle fonti della Rivelazione.
Il dogma è oggetto della fede divina perché è una verità rivelata da Dio; e anche della fede cattolica perché proposta dal Magistero della Chiesa. Pertanto, se un battezzato consapevolmente nega o mette in dubbio una verità rivelata di fede divina e cattolica, si rende colpevole di eresia e automaticamente incorre nella scomunica.
I dogmi si dividono secondo il loro contenuto, secondo il rapporto con la ragione, secondo la proclamazione da parte della Chiesa e secondo la loro necessità per la salvezza.
Secondo il loro contenuto si hanno i dogmi generali e speciali. I primi sono le verità fondamentali del Cristianesimo (Dio, creazione, redenzione, glorificazione…); i secondi sono le verità particolari contenute nelle verità fondamentali.
Secondo il rapporto con la ragione, si hanno i dogmi puri, cioè conoscibili unicamente per rivelazione (Trinità, Incarnazione); e i dogmi misti, cioè conoscibili anche attraverso la ragione (esistenza di Dio).
Secondo la proclamazione da parte della Chiesa, si hanno i dogmi formali, cioè proposti a credere come rivelati; e i dogmi materiali ai quali manca la proclamazione ecclesiastica, per cui non si possono chiamare dogmi in senso stretto.
Secondo la loro necessità per la salvezza, si hanno i dogmi necessari, ovvero quelli che debbono essere creduti con fede esplicita, e i dogmi non necessari, per i quali basta la fede implicita.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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