BELLEZZA DELLA FATICA – Il restauratore

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Il peccato originale non ha generato il lavoro, bensì la fatica, ovvero la durezza del lavoro, e così anche la possibilità che il lavoro, pur necessario, non trovi sempre perfetta corrispondenza nel desiderio dell’uomo. E’ il rischio di trovarsi a fare cose in cui non ci si riconosca, in cui tutto si presenti appesantito e impietosamente gravoso. Eppure, anche nella condizione post-peccatum, c’è la possibilità di scorgere la bellezza della propria fatica. E’ quando la si offre nella convinzione che vada ad inserirsi in un’armonia governata da Dio. Diceva santa Teresina di Lisieux che anche raccattare da terra un misero ago ha un valore infinito se fatto nella grazia di Dio e per suo amore. Ecco: la bellezza della propria fatica è inserirla in questo Significato. Un Significato che tutto ammorbidisce e che arriva a mitigare anche la più spossante stanchezza, perché le offre una sublime “ragione”.


 La pianista russa Marija Veniaminovna Judina (1899-1970) un giorno suonò musiche di Mozart dinanzi a Stalin e questi ne rimase molto ammirato, tanto che decise di donarle ben ventimila rubli. La pianista accettò il regalo ma gli disse: “La ringrazio per il Suo aiuto, Josif Vissarionovič. Pregherò giorno e notte per Lei e chiederò al Signore che perdoni i Suoi gravi peccati contro il popolo e la nazione. Dio è misericordioso, La perdonerà. I soldi li devolverò per i restauri della chiesa in cui vado.“

Parole chiare: restaurare la chiesa perché si ottenesse un ben più importante restauro, la grazia della conversione di un’anima. D’altronde è così: restaurare una bellezza, che il tempo, l’uso o quant’altro hanno sbiadito, è immagine del restauro di un’altra bellezza ancora più importante, quella dell’anima.

Il restauratore interviene con delicatezza, per recuperare e non per perdere. Interviene con delicatezza perché ciò che rimane ancora possa tornare a vivificare. Interviene con attenzione nei punti giusti e non può permettersi la benché minima distrazione per non far andare perduto ciò che sta recuperando.

Il restauratore lavora perché possa risplendere il Bello… così come un Bello -infinitamente più Bello- attende di risplendere in un’anima rovinata dal peccato.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

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