SOSTA – Si può soffrire e gioire nello stesso tempo?

Facciamo rispondere a padre Adolphe Tanquerey che così scrive ne La divinizzazione della sofferenza


E’ assolutamente vero che Gesù, anche durante la Passione, godette della visione beatifica; ma, come giustamente spiega San Tommaso, questa visione, che illuminava il vertice delle Sue facoltà superiore, il vertice dell’intelligenza e della volontà, non si rifletteva sulle ragioni inferiori che Nostro Signore volle liberamente abbandonare al dolore. L’anima santa del Salvatore era quindi come una montagna la cui cima brilla illuminata dal sole, mentre nelle parti meno elevate la tempesta infuria. C’era quindi in quest’anima la perfetta beatitudine in vetta e un’intensa sofferenza, non solo nella sensibilità, ma anche nelle regioni meno elevate delle facoltà superiori. Ciò che i mistici dicono sulla distinzione tra la corona dell’anima che gode della contemplazione e la comprensione sensibile che soffre di autentici tormenti, specialmente durante la notte dei sensi e la notte dello spirito, illumina chiaramente questo misterioso problema e dimostra come una stessa anima, allo stesso tempo, possa rimanere nella volontà divina e subire un vero purgatorio non solo nella sensibilità, ma anche nell’intelligenza.


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