San Cesario d’Arles (470-542) diceva che qualcuno può dire di non aver paura del Purgatorio e di volere attendere lì l’entrata in Paradiso. Ebbene, commentava il Santo: “Nessuno parli così, fratelli, perché quel fuoco purificatore sarà più insopportabile di tutte le pene che si possono pensare, vedere, provare in questo mondo, specialmente per i peccati mortali più gravi come il sacrilegio, l’omicidio, la sodomia, l’adulterio, la calunnia e la falsa testimonianza, il furto, la superbia, l’invidia, la grande ira, l’ubriachezza con le orge oscene“. E quindi san Cesario si premurava di avvertire che un grande peso sulla sofferenza del Purgatorio l’hanno anche i peccati veniali. Essi fanno cumulo e causano una sofferenza indicibile nel Purgatorio. Aggiungeva: “Ogni volta che uno prende più cibo o più bevanda di quanto non gli sia necessario, o quando uno parla più di quel che deve o tace più del necessario…” è vero che questi peccati non uccidono l’anima, ma la rendono, diceva san Cesario, “piena di piaghe e di scabbia“. E con tali malattie non si può entrare in Paradiso.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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