Rubrica a cura di Corrado Gnerre
L’uomo è l’unico essere sulla faccia della terra che cucina. Gli animali no, non lo fanno. Anche in questo l’uomo si distingue. Ciò è il segno che all’uomo non basta solo assaporare, bensì ricerca l’affinamento, cioè il miglioramento del sapore. L’uomo coglie il piacere del gusto e desidera ancor più intensificarlo. E’ l’esito del suo essere collocato in un orientamento in cui tutto concorre per il raggiungimento di un fine attraverso singole tappe. Insomma, un orientamento che è itinerario, dove ogni passo deve essere progressione verso un vero che sia sempre più Vero, un buono che sia sempre più Buono ed un bello che sia sempre più Bello.
Può venire qualcosa di buono da ciò che è imperfetto? Certamente. L’importante è capire bene cosa sia la perfezione qui su questa terra, cioè nella fatica e nella complessità della vita.
C’è perfezione e perfezione.
C’è la perfezione assoluta, che è solo di Dio.
C’è la possibilità della perfezione relativa, che è di tutti gli enti creati.
La relatività non sminuisce la perfezione, anzi, perché esprime ciò che è possibile. Ed è su questo possibile che deve indirizzarsi ogni umano sforzo. Guai se non fosse così.
Ogni patata è diversa dall’altra. Ogni patata presenta delle irregolarità nella sua forma.
Ma ogni patata, se ben cucinata, esprime un sapore sopraffino.
Può essere cucinata in diversi modi, anche molto semplicemente, riempirà sempre il palato di un ottimo sapore.
Nell’imperfezione della nostra vita, nell’irregolarità di ciò che improvvisamente può capitarci rovinando i nostri programmi, non dimentichiamo che c’è sempre un buon sapore che dobbiamo trarre da noi stessi.
Il buon sapore di conformarci alla volontà di Chi sta permettendo ciò che ci sta capitando, regolare o irregolare che sia.
Il buon sapore di testimoniare la pace e la letizia di Dio, anche nelle tribolazioni.
Proprio come il buon sapore di una patata, non bella a vedersi, ma saporita, perché cotta al punto giusto.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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