Cari pellegrini, in occasione della fine del Mese del Rosario abbiamo selezionato per voi un interessante articolo dal titolo La preghiera che trionfa, di Angelo Pizzarelli e pubblicato su settimanaleppio.it.
Il Rosario, come molti già sanno, è una straordinaria preghiera vocale rafforzata da una profonda meditazione dei misteri della vita di Gesù e di sua Madre. Esso è stato chiamato un piccolo «compendio del Vangelo» e la «preghiera prediletta da Maria». È stato raccomandato lungo i secoli dai Sommi Pontefici ed è stato grandemente amato e recitato dalle persone sante.
Tra queste occupa senz’altro un posto d’onore Padre Pio da Pietrelcina, del quale un testimone oculare ha scritto: «Scorsi la corona del Rosario ciondolante tra le dita: l’oggetto che gli fu più caro e da cui non si separò mai nemmeno a morte avvenuta».
Un biografo alcuni anni fa, dopo aver detto che il Rosario è l’arma di Padre Pio contro il demonio, riporta le sue testuali parole che suonano così: «Satana mira sempre a distruggere questa preghiera, ma non ci riuscirà mai: è la preghiera di colui che trionfa su tutto e su tutti! È Lei che ce l’ha insegnata, come Gesù ci ha insegnato il Pater Noster».
Vorrei ora citare la lunga testimonianza di un cappuccino [Padre Alberto d’Apolito], che è vissuto vicino a Padre Pio dal 1920 fino al 23 settembre 1968, giorno del suo beato trapasso.
Egli definisce il Frate di Pietrelcina un «apostolo del Santo Rosario». Subito dopo racconta la sua esperienza in proposito con queste parole, che vale la pena riascoltare attentamente: «Padre Pio, nei nostri tempi, in cui si è cercato di dare il bando alla corona del Santo Rosario, definito, da molti sacerdoti, cantilena monotona e noiosa cianfrusaglia del Medioevo, è stato il più grande assertore e apostolo di questa dolcissima devozione alla Madre di Gesù. Egli diceva che il Rosario è: “Un dono meraviglioso della Madonna all’umanità”. Ci faceva intendere che la Mamma celeste nel Rosario ci ha donato tutta se stessa. La sua vita, la sua grazia, le sue opere, i suoi privilegi, i suoi meriti, ci sono infatti presentati nei quindici misteri come altrettanti bellissimi quadri da studiare e da contemplare… Il caro Padre così sintetizzò il contenuto teologale del Santo Rosario: “Questa preghiera e la sintesi della nostra Fede, il sostegno della nostra speranza, l’esplosione della nostra carità”.
Padre Pio sapeva molto bene che la corona del Santo Rosario è un eccellente strumento di grazia, un elemento prezioso della vita interiore, un mezzo efficacissimo di elevazione spirituale. Aveva sempre nelle sue mani la corona benedetta recitando ininterrottamente senza mai stancarsi, giorno e notte, rosari e rosari. Si può dire che sui grani del Rosario egli abbia fatto scorrere ora per ora tutte le ansie e i dolori, le gioie e i tripudi, le angosce e i bisogni della sua anima e delle anime di milioni di figli spirituali. Non solo ha amato e recitato senza soste il Rosario ma egli se ne è fatto anche un fervido propagatore, difendendolo e raccomandandolo ai figli spirituali, ai Gruppi di Preghiera, ai fedeli e a quanti si avvicinavano a lui per la confessione, per consigli o per altri motivi. Soleva chiamare la corona del Santo Rosario “l’arma”…
Chiamava il Rosario anche “corona di grazie”. Con i Rosari egli faceva piovere dalle mani dell’onnipotente Madre di Dio e Mediatrice, torrenti di grazie per milioni di anime. La verità della Mediazione universale di Maria Santissima, che regge e governa tutto l’ordine soprannaturale della Grazia, trova in Padre Pio una conferma sperimentale splendidissima».
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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