Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare qualche boccone per sostenere il passo. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia” è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità cattolica.
“Dio, non negare il sale alla mia mensa, non negare il dolore alla mia vita.”
(Giovanni Pascoli – L’Eremita)
Il sale è ciò che dà sapore.
Ma il sale non si può mangiare senza nulla. Il suo sapore sarebbe troppo intenso, doloroso, insopportabile.
Se invece il sale accompagna il cibo, meglio: se lo rifinisce, allora diviene indispensabile. Tutto, infatti, ha bisogno del sale.
Pascoli paragona il sale al dolore. Egli chiede a Dio che non manchi il sale alla sua mensa e poi aggiunge di non negargli il dolore.
Il significato è chiaro: la vita, se vuole essere vita, deve avere il “sapore” del dolore.
Pascoli questo lo dice per l’esperienza vissuta: l’aver perso, quando era ancora bambino, il papà a causa di un assassinio; e la mamma subito dopo. Esaltando l’infanzia come chiave dell’esistere (la poetica del fanciullino), non può che guardare con occhio benevolo ciò che drammaticamente ha vissuto e il dolore connesso.
Ma -al di là di Pascoli- questa richiesta è vera. E’ umanamente vera. Non ci può essere vita senza dolore. Non ci può essere sapore della vita senza sacrificio.
La spiegazione? E’ nella Croce che Dio ha scelto per Sé. E anche per noi.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
Be the first to comment on "La Bisaccia – “Dio, non negare il sale alla mia mensa, non negare il dolore alla mia vita” (Giovanni Pascoli)"