L’uomo è l’unico essere sulla faccia della terra che cucina. Gli animali no, non lo fanno. Anche in questo l’uomo si distingue. Ciò è il segno che all’uomo non basta solo assaporare, bensì ricerca l’affinamento, cioè il miglioramento del sapore. L’uomo coglie il piacere del gusto e desidera ancor più intensificarlo. E’ l’esito del suo essere collocato in un orientamento in cui tutto concorre per il raggiungimento di un fine attraverso singole tappe. Insomma, un orientamento che è itinerario, dove ogni passo deve essere progressione verso un vero che sia sempre più Vero, un buono che sia sempre più Buono ed un bello che sia sempre più Bello.
Spesso la vera dolcezza della vita è nascosta. Bisogna sapere che c’è, ma non bisogna mai affliggersi solo perché non è immediatamente evidente ed è un po’ nascosta.
Eppure c’è nascondimento e nascondimento.
C’è il nascondimento completo, quello che effettivamente occulta…ed occulta bene, nel senso che non fa vedere proprio nulla di ciò che nasconde.
Ma c’è anche un secondo tipo di nascondimento. Quello, cioè, che nasconde ma nello stesso tempo palesa. Anzi, proprio perchè non vuole nascondere totalmente, in un certo qual modo rende ancora più evidente la presenza. Quando il sole è seminascosto dalle nuvole, i colori dei fiori dei campi sono più sgargianti. Cosa che non accadrebbe se il sole fosse completamente libero di illuminare. Strano: se la luce solare è piena, i colori dei fiori sarebbero meno evidenti di quando invece la luce solare è più offuscata. La stessa cosa è per gli occhi: se le dita poste dinanzi ad essi restringono il campo oculare, la vista si acutizza. I medievali solevano costruire le cattedrali nella penombra per facilitare il raccoglimento nella preghiera, ma anche perché il contrasto cromatico delle vetrate risaltasse di più.
Insomma, bisogna fare attenzione: c’è nascondimento e nascondimento.
Un nascondimento completo di ciò che è bello, potrebbe effettivamente non consolare; ma un nascondimento parziale non solo non abbatte, gratifica anche.
Il tempo sacro quando irrompe regolarmente nel tempo profano, alternandosi ad esso, è ancora più atteso e apprezzato, dando anche senso all’ordinarietà del tempo profano stesso. E’ il desiderio della festa che è di ogni uomo.
Se ci si riflette, nel suo piccolo, la bellezza e gustosità di una crostata tradizionale esprime tutto questo.
La dolcezza della marmellata non è completamente nascosta, ma interrotta da regolari, intrecciate e simmetriche strisce di pasta frolla, le quali ben fanno capire come la vita è nell’alternarsi regolare di maggiore o minore dolcezza, ma mai di vera amarezza…
…mai di vera amarezza, se tutto è riconosciuto e scoperto nella regolarità e nella simmetria di Colui ci ha pensato e voluti dall’eternità.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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