Rubrica a cura di Corrado Gnerre
L’uomo è l’unico essere sulla faccia della terra che cucina. Gli animali no, non lo fanno. Anche in questo l’uomo si distingue. Ciò è il segno che all’uomo non basta solo assaporare, bensì ricerca l’affinamento, cioè il miglioramento del sapore. L’uomo coglie il piacere del gusto e desidera ancor più intensificarlo. E’ l’esito del suo essere collocato in un orientamento in cui tutto concorre per il raggiungimento di un fine attraverso singole tappe. Insomma, un orientamento che è itinerario, dove ogni passo deve essere progressione verso un vero che sia sempre più Vero, un buono che sia sempre più Buono ed un bello che sia sempre più Bello.
Scrive Marcel Proust (1871-1922): Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel possedere altri occhi.
Non sempre lo scoprire è legato alla novità, forse quasi mai. Piuttosto è legato alla capacità di scorgere ciò che è dentro qualcosa e poterlo individuare, proprio perché si è capaci di un altro atteggiamento, di una nuova posizione nei confronti del mondo che si ha dinanzi.
Questo è vero soprattutto per gli stati d’animo. Se non si è adeguatamente contenti e sereni, assale quella pigrizia che diventa negligenza di non saper cogliere la bellezza anche nelle piccole cose. Se invece la letizia impegna il proprio cuore, allora tutto appare diverso, confortante, perfettamente corrispondente al proprio sguardo.
Non prendiamoci in giro: se Dio c’è, tutto ciò che è nella realtà, voluto o permesso da Dio, ha sempre un’intima dolcezza. Intima, perché non visibile ma nascosta.
Una dolcezza però talmente individuabile che non può essere messa in dubbio. Come quando si assapora una buona tazza di latte caldo condito con il miele. Il latte rimane latte, anche nel suo colore, ma esprime una dolcezza invisibile che lo permea rendendolo ancor più gradevole al palato.
Si tratta di una dolcezza intima, ma ancora più vera, proprio perché interiore, perché dentro, perché -appunto- intima.
Il noto antropologo Gilbert Durand (1921-2012), colui a cui si deve lo sdoganamento sul piano accademico dell’importanza del valore dei simboli e che ben fece capire come l’uomo crei strutture indipendenti dalla sua riduzione materialistica o biologista, dice: Latte e miele sono dolcezza, delizie dell’intimità ritrovata.
Giusto: delizie intimità ritrovata. Ritrovata, perché mai potrebbe esistere un realtà davvero amara, senza senso e dolcezza, se questa stessa realtà è stata pensata e voluta da Dio.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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