Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare qualche boccone per sostenere il passo. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia” è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità cattolica.
Il vero amore è come una finestra illuminata in una notte buia. Il vero amore è una quiete accesa.
(Giuseppe Ungaretti)
Il vero amore non nasconde la realtà, né pretende censurare ciò che è vero e ciò che s’impone. Perciò è una finestra che dà verso il buio della notte.
Ma è una finestra illuminata.
L’amore –quando è vero- sa bene com’è la vita, sa bene che non si può annullare ciò che la vita spesso offre impietosamente: sofferenze, dolori, prove…
Ma l’amore non sopporta che, disperatamente, venga detta la parola “fine”. Anzi, porta la luce laddove manca. Illumina la dove c’è il buio. Addolcisce l’amaro con il suo balsamo di speranza.
E tutto questo è quiete, è la pace di cogliere un ordine in un caos che vorrebbe imporsi con la sua frenesia.
E’ la quiete della Luce che dissipa nell’Eterno ogni tenebra.
Questo amore -però- può essere solo l’amore del Vero.
Può essere solo l’amore che Dio dona.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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