Santi Quaranta, martiri di Sebaste

Sotto l’imperatore Licinio, nel 320, quaranta soldati della guarnigione di Sebaste, in Armenia, si rifiutarono di sacrificare agli idoli e furono martirizzati per odio a Cristo. Un’antica tradizione vuole che essi siano periti immersi nudi in uno stagno ghiacciato. 


Introito

(Salmo 33,18 e 2)

I giusti gridarono e il Signore li esaudì: da ogni angustia li ha liberati.

Benedirò il Signore in ogni tempo: avrò sempre sulle labbra la sua lode.


Epistola 

(Ebrei 11,33-39)

I Santi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – di loro il mondo non era degno! -, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra. E tutti costoro, benché abbiano ottenuta buona testimonianza a motivo della fede, furono trovati valenti in Cristo Gesù Signor Nostro.


Vangelo

(Luca 6,17-23)

Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti. Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.


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