Il Catechismo di San Pio X commentato per voi (n.80)

a cura di Pierfrancesco Nardini


Domanda: Gesù Cristo come fu riconosciuto per Figliuolo di Dio?

Risposta: Gesù Cristo fu conosciuto per Figliuolo di Dio, perché tale lo proclamò Dio Padre nel Battesimo e nella Trasfigurazione, dicendo: “Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 17; Lc 9, 35); e perché tale si dichiarò Gesù Cristo stesso nella sua vita terrena.


Nella Sacra Scrittura troviamo la certificazione che Gesù è Figlio di Dio, che come tale è stato conosciuto e riconosciuto.

Salvo, dunque, non credere nella Parola di Dio, non si può non credere a questa verità rivelata.

Papa Sarto ci ricorda che lo stesso Dio ha proclamato Gesù Cristo come Suo Figlio.

Non sono infatti metafore o fantasie i due episodi del Battesimo di Cristo e della Sua trasfigurazione.

Si è realmente sentita la voce di Dio che diceva “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 17 e Mt 17, 5; Mc 9, 7; Lc 9, 35 in cui si legge “l’eletto” invece di “prediletto”, con alcuna differenza però del significato del concetto). Ci sono decine di testimoni nel primo episodio e i tre Apostoli Pietro, Giovanni e Giacomo nel secondo.

Basterebbe questo a dire il vero per aver certezza che Gesù è Figlio di Dio.

Ci sono comunque ulteriori elementi a dimostrarlo.

San Pio X sintetizza, per ovvi motivi di spazio, scrivendo che “tale si dichiarò Gesù Cristo stesso nella sua vita terrena”.

Si può dire che questa dichiarazione di Cristo è avvenuta non solo a parole ma anche con le azioni.

Solo Chi è realmente Dio può compiere i miracoli che Lui ha compiuto. Solo la Seconda Persona della Trinità può trasformare l’acqua in vino, placare la foga delle acque, guarire ogni tipo di malattia e far risorgere le persone, oltre che Se stesso.

Anche questi episodi, narrati diffusamente nei Vangeli, non sono semplici metafore o cose mai accadute: sono fatti oggettivi realmente accaduti.

N.S. Gesù Cristo ha poi anche ripetuto spesso di essere il Figlio di Dio.

Su questo bastano alcuni esempi su tutti. Quando dice di essere stato mandato dal Padre e nello stesso modo Lui manda gli Apostoli (Gv 20, 21): “con queste parole Gesù fa capire che la missione da Lui affidata agli Apostoli è la stessa missione che Dio Padre ha affidato a Lui suo Figlio” (Dragone).

Poco prima aveva parlato con Maria di Magdala dopo la Resurrezione e le aveva detto “non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro” (Gv 20, 17): solo se si è figlio si chiama Padre.

Gesù non contesta S. Pietro quando lo riconosce come Cristo, Figlio di Dio (Mt 16, 16).

Soprattutto Gesù lo dice anche davanti a tantissime persone (Mt 25, 31-34; Gv 5, 21-23) e a chi lo giudicava dopo la cattura (Mt 26, 63-64), ossia in situazioni in cui ne avrebbe potuto avere problemi. Nella folla poteva esserci qualcuno che poteva accusarLo e i giudici potevano condannarLo a morte.

La Verità non può che dire il vero. In qualsiasi occasione.

Si chiude con la giusta riflessione del Dragone che riporta le parole di Cristo: “Se non volete credere a me, credete almeno alle opere, affinché conosciate e crediate che il Padre è in me e io nel Padre.” (Gv 10, 38).

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