A proposito dei sacerdoti che in Messico erano costretti ad abbandonare l’abito talare….

da La Tradizione Cattolica, n.119


(…) i sacerdoti cattolici in Messico durante l’epopea dei Cristeros erano, dal governo massonico, costretti ad abbandonare l’abito talare sotto pena di dure sanzioni: misura di per sé odiosa date le circostanze, ma non peccaminosa per chi vi si piegava; infatti i sacerdoti che decidevano di opporre una strenua resistenza all’iniquo governo, accettavano sì a malincuore di vestire abiti civili, ma solo per poter, quasi indisturbati, continuare il loro ministero pastorale e dare i sacramenti di nascosto nelle case, celebrare messe clandestine, persino predicare ritiri. Allorché venivano scoperti e arrestati, poi, non ricusavano di dichiararsi per quello che erano: sacerdoti cattolici, e come tali alcuni di loro vennero fucilati. Fu il caso del celebre padre Michele Pro. Se si fosse deciso che i sacerdoti avrebbero continuato a portare l’abito talare contravvenendo alla disposizione del governo e facendosi arrestare all’istante come forma di protesta, rinunciando però alla concreta possibilità di conferire i sacramenti per il bene delle anime, e ciò a scopo puramente dimostrativo, non sarebbe certo stato un atto prudente. L’atto di prudenza soprannaturale è composto da tante parti di estrema importanza per un corretto agire morale: si veda la Summa Theologiae di San Tommaso nella Ia-IIae, questione 49 articoli da 1 a 8 (…).


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