di Corrado Gnerre
Il professor Marcello Pera il 31 maggio scorso ha pubblicato su Il Foglio un articolo in merito alla questione di quei cattolici conservatori e tradizionalisti che hanno scelto di essere dalla parte di Putin. L’ex Presidente del Senato, pur esternando stima nei confronti di costoro, si meraviglia di come questo possa accadere.
Potrei (utilizzo doverosamente il condizionale) anch’io meravigliarmene se questo putinismo fosse davvero putinismo o semplicemente incapacità a capire che, mai come in queste circostanze, non serve farsi prendere dalla sindrome da derby calcistico: o si è a tifare in una “curva” o si è tifare nell’altra.
Ma -a mio parere- in questi giorni il problema non è solo che ci siano cattolici conservatori e tradizionalisti che si schierano con tutto se stessi dalla parte della Russia di Putin, ma anche quello dell’altro versante, cioè di quei cattolici che si schierano -altrettanto senza se e senza ma- a favore dell’atlantismo liberaldemocratico, diventando difensori del liberalismo tout-court.
C’è un passaggio nell’articolo di Pera che dovrebbe aprire gli occhi in merito. Il passaggio è quando l’ex Presidente del Senato fa riferimento al filosofo John Locke. Pera scrive precisamente cosi: “Dopo l’immortale (sic!) John Locke, che era un cristiano difficile, nessuno può seriamente pensare che la fede religiosa possa essere imposta o anche solo sostenuta dalla forza dei governi.”
Ebbene, il professor Pera -che queste le conosce molto bene, e non ce se ne ci deve meravigliare perché la sua formazione è di stampo liberale- si limita a dire che dopo Locke non possa essere possibile proporre sistemi di confessionalità dello Stato e, quindi, -concludo io- anche di Regalità Sociale di Cristo.
Pera, però, non dice (ovviamente perché il suo articolo non vuole essere una lezione di filosofia) come Locke arrivi ad affermare questo. Piuttosto lo dovrebbero sapere i cattolici filo-atlantisti. Locke, in maniera del tutto coerente con i presupposti del suo pensiero, afferma che uno Stato non possa essere confessionale, perché per lui la sostanza è solo un concetto; e dunque la verità è solo un concetto. Ma se la verità è solo un concetto, va da sé che la verità stessa debba ridursi ad una sorta di opinione e nulla più.
L’essenza del pensiero liberale sta qui e non altro che qui. La stessa deriva del liberalismo verso una prospettiva sempre più libertaria è del tutto conseguenziale. Locke costituisce un tassello importante, ma un tassello, di quella congiura contro la metafisica che inizia con l’Umanesimo per proseguire proprio dove sta attualmente progredendo, cioè verso quella dittatura del relativismo e del desiderio che sono nella fluidità nichilista dei nostri tempi.
L’Occidente vero si fonda sul logos greco, sullo ius naturae latino e sull’Incarnazione cristiana, laddove questi tre elementi coesistono ma con dimensioni quantitative diverse. Come una torta, in cui occorre la farina, il lievito e il burro, ma in cui le quantità di questi tre ingredienti non sono in misura identica. Il Cristianesimo, come la farina in una torta, domina, finalizza e porta a compimento le componenti greco-latine.
L’Occidente vero è questo; e ciò che è accaduto successivamente è accaduto non per conservare né semplicemente per edulcorare, bensì per distruggere l’essenza della civiltà cristiana. Tant’è che c’è chi correttamente ha parlato di ciò che è avvenuto dall’Umanesimo in avanti come processo rivoluzionario, cioè come sovvertimento totale. Pertanto, la sua auspicabile opposizione, la controrivoluzione, non deve limitarsi ad essere una rivoluzione contraria, ma il contrario della rivoluzione.
Dunque, se meraviglia la posizione di quei cattolici tradizionalisti che sperano che Putin possa essere una sorta di nuovo Costantino o Carlo Magno, ancor di più c’è da meravigliarsi di quei cattolici che in questa contesa sperano in una vittoria dell’atlantismo, cioè dell’Occidente rivoluzionario. Vittoria che altro non legittimerebbe se non un ulteriore consolidamento di quello che è già un imperio della fluidità nichilista e relativista, le quali -come ho detto prima- non sono figlie illegittime, ma degne eredi dell’antimetafisica liberale.
Ecco perché dicevo in un mio precedente articolo (clicca qui) che in questi casi oltre a fare il tifo affinché questa guerra finisca quanto prima e quindi non rischi di estendersi (e ciò non per pavido pacifismo), bisogna sperare anche che non che non vinca nessuno. Tifare per questo Occidente nella contesa, che già è convinto di avere in mano le sorti della storia, vuol dire legittimarlo ancora di più, con tutti gli annessi e connessi. Non dimentichiamo che è proprio nell’essenza del pensiero liberale utilizzare la tolleranza formale come criterio per l’applicazione di un’intolleranza sostanziale. I parossismi, perfino ridicoli, della cosiddetta cancel-culture non sono esiti snaturanti il liberalismo, ma conseguenze estreme e incoerenti dei presupposti secondo cui non ci può e non ci deve essere una priorità logica e ontologica del vero-metafisico nel giudizio teoretico. Ora, dal momento che il giudizio teoretico è ineliminabile perché già negarlo vuol dire formularlo, ecco che alla priorità del vero metafisico succede la priorità di un vero positivisticamente posto dalla cultura dominante. Lo stesso Locke -definito “immortale” dal liberale Pera- lo dimostra. Gli scritti di Locke sono sfociati anche in terribile intolleranza. Così scrisse nel suo Trattato sulla tolleranza riguardo i cattolici irlandesi: “(I papisti sono) sono come i serpenti, non si otterrà mai con un trattamento cortese che mettano da parte il loro veleno.”
Torno a ripete che certe cose le dica il professor Pera (con tutto il rispetto per la sua figura e soprattutto per lo stile pacato e rispettoso che lo ha sempre contraddistinto) non mi fa meraviglia. Che invece queste stesse cose possano essere indirettamente appoggiate da tutti coloro che si rifanno ad un altro tipo di scuola di pensiero, questo sì dovrebbe meravigliare.
Ah… dimenticavo: l’articolo di Pera è stato pubblicato e diffuso anche dal sito di Radio Maria. Interessante come si sia passati dal complottismo in merito al Covid a queste posizioni acriticamente filo atlantiste… ma forse non era un a caso che tempo fa parlammo di complottismo e tradizionalismo liberali... (vedi qui e qui).
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
A volte ritornano… (E c’è anche un po’ di nostalgia: eh, quando ”andavano di moda” cose – obbrobri – come: teocon, neocon, radici giudaico-cristiane, scontro di civiltà ec. ero giovane; anzi, ”pischelletto”, come dicono i romani)
Ah, una cosa (un po’ tendenziosa, che fa anche rima): se faccio il tifo per la caduta dell’impero (geopolitico) americano, per la fine della primazia/egemonia degli USA nel mondo e, quindi, se mi auguro che essi la smettano di inquinare i loro stati satelliti, tra cui figura l’Italia, con le loro vomitevoli ”idee” e… ”dottrine filosofiche”, e con il loro stile di vita, faccio pure io la figura del putinista?
Magdi Cristiano Allam (altro ricordo di gioventù)!!! Che fine avrà fatto l’ex vicedirettore del Corrierone (mi pare)? non aveva fondato un partito, avente per simbolo il tricolore con una croce ad esso sovrapposta? Una ”bella” fusione di idee e ideali.
Ottimo professor Gnerre, il problema è che i cattotrad non hanno affatto nostalgia del Papa Re romano ma del qualunque imperatore straniero. Che Dio ci liberi dal trumputinismo!