La signora Margherita, vedova di uno dei militari uccisi nella strage di Nassirya, in Iraq, nel novembre del 2003, già aveva vissuto un grande dolore per la morte di un suo figliuolo per leucemia ad appena sei anni. Ella disse pubblicamente:
Dio mi ha sorretto in questi dolori; davanti a mio figlio con grossi aghi sulla schiena per la chemioterapia, davanti a mio marito che non c’è più. Le difficoltà sono tante, forse ce ne saranno anche altre, ma io mi sono aggrappata a Cristo e alla sua Croce, unica salvezza per tutti.
Diciamolo francamente, non ci sono parole più vere di queste. Cosa davvero può risolvere il dolore, soprattutto quando assume connotazioni che stroncherebbero chiunque? Solo la Croce di Cristo! Pensare ad altro sarebbe una sciocca illusione.
Ma -attenzione!- non solo bisogna baciare la Croce di Cristo, bisogna anche aggrapparsi ad Essa, come dice giustamente la signora Margherita. Può sembrare paradossale un gesto del genere. Ci si aggrappa a qualcosa che può risollevare, a qualcosa che può evitare di ferirsi e di morire, come pertanto ci si può aggrappare ad uno strumento mortifero qual è il patibolo della Croce? Ebbene, anche in questo si mostra tutto il paradosso cristiano. Un paradosso vero che costituisce l’unica speranza possibile. Solo un Dio che è venuto a soffrire per noi e con noi può essere risolutivo. Il resto sono solo chiacchiere da bar…anche se fatte in lussuosi salotti o in fornitissime biblioteche.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

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