Il popolo è ben altra cosa rispetto alla massa. La massa è qualcosa d’informe, che, pertanto, si lascia facilmente plasmare. Il popolo no. Esso ha una sua identità, una sua storia, delle radici. Ha un vissuto che gli permette di giudicare con buon senso il reale. E questo lo conforta di un’eredità: la saggezza. Certo, i popoli non sono uguali; perché le culture non sono uguali. C’è chi ha conquistato il Vero. Chi lo ha atteso. Chi lo ha rifiutato. Chi se ne è allontanato. Ma al di là di questo, ciò che è di natura percepisce il senso delle cose e il mistero del vivere. E, proprio perché Dio ha fatto sì che la natura fosse predisposta all’accoglienza della Grazia, non c’è buon senso popolare che non manifesta questo desiderio; al di là di ciò che la Storia dei singoli popoli partorisce. Ecco perché si può capire l’unicità e la bellezza della Verità Cattolica anche attraverso il buon senso di tutti i popoli.
Questo proverbio eschimese sembra affermare un contro-senso. Sarebbe, infatti, più logico affermare che ieri era legno, e che oggi è cenere. Invece dice il contrario.
In realtà è la voce verbale al presente che può far capire che non si tratta affatto di un contro-senso, anzi. Il detto dice: “Ieri è cenere, oggi è legno”. Dunque, c’è un riferimento a ciò che si è bruciato ieri e che continua ad essere oggi come cenere; e a ciò che si dovrà bruciare oggi che è invece ancora legno.
Ebbene, ciò vuol significare una verità molto importante. Anzi significa: due verità molto importanti. La prima è che ciò che è passato non sparirà mai totalmente, bensì se ne conserveranno sempre le tracce. La seconda, è che ciò che è accaduto ieri, si rinnoverà anche oggi.
Prima verità: ciò che è passato non sparirà. I singoli momenti della vita, così come le singole scelte, decisioni, azioni, ecc…non spariranno mai; in un certo qual modo rimarranno scolpite nell’eternità. Ciò che si è fatto di conforme al Bene, sarà causa di merito. Ciò che si è fatto di non conforme al Bene, sarà causa di condanna. Non solo ciò che è stato fatto è stato fatto e non si potrà mai raggomitolare il filo della Storia, ma inoltre quello che verrà dopo sarà sempre l’esito di ciò che è stato fatto prima. Ritornando al proverbio: la cenere è sempre la conseguenza del legno che è stato precedentemente arso.
Seconda verità: ciò che è accaduto ieri, si rinnoverà anche oggi. Fin quando si è nella vita terrena, cioè nel Tempo, il passato ancora non produce un definitivo premio se si è compiuto il Bene né una definitiva condanna se si è compiuto il male. Fin quando siamo nel Tempo, siamo chiamati ancora a scegliere: possiamo -anzi dobbiamo- evitare gli errori che abbiamo compiuto ieri, così come dobbiamo saper confermare il bene che abbiamo compiuto ieri. Insomma, ritornando al proverbio, fin quando siamo qui, c’è ancora legna da ardere…e la dobbiamo saper ardere bene.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

 
                    
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