Apologetica leggendo…Henri Matisse

Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare il piccolo necessario; non certo il pasto che i pellegrini chiedevano e chiedono agli ostelli, ma qualche semplice e piccolo boccone per sostenere il passo.
Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia”  è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità cattolica.


Il colore soprattutto, e forse più ancora del disegno, è una liberazione” (Henri Matisse  -Les problèmes de la peinture)


1.Il colore richiama almeno due cose importanti. Da una parte la bellezza in é, dall’altra la consapevolezza della bellezza.

2.Iniziamo con la bellezza in sé. Non c’è cosa bella che non esprima il suo colore o dei suoi colori. Anche il bianco e nero, abbinamento che può affascinare non poco, è sempre qualcosa a colori. Due soli colori, ma comunque colori…e che colori! Per non parlare di tanto bello che è tale proprio perché è pieno di colori, i più disparati, ma abbinati come un ricamo stupendo. Si pensi alla ruota di un pavone. Per non parlare di tante cose belle che sono tali proprio perché hanno colori che non rimangono sempre gli stessi, ma mutano, si alternano, si susseguono come rispondessero ad un’artistica regia.

3.Ma -dicevamo- il colore richiama anche la consapevolezza della bellezza. Gli animali sono certamente sensibili ai colori. Anche -ma non solo- dal colore riconoscono i propri simili e dal colore riconoscono anche la possibilità dell’accoppiamento. Ma gli animali non hanno la possibilità d’incantarsi dinanzi bellezza del colore o dei colori. Li riconoscono, ma non sanno cosa siano. Non li concettualizzano, non li sanno padroneggiare. Se fosse così, anche gli animali prenderebbero tela e pennello e disegnerebbero qualcosa.

4.Dunque, dinanzi al colore l’uomo riconosce anche la propria grandezza. E così anche il colore è una sorta di liberazione. Certo, Matisse afferma queste parole perché si riferisce al piano meramente pittorico…ma perché non farle proprio anche su un piano correttamente esistenziale? Sgranare gli occhi dinanzi alla bellezza del e dei colori, è davvero la liberazione di una meraviglia, la quale, come una colonna musicale, accompagna ogni nuovo attimo alfine di sconfiggere il grigio di ogni monotonia. Già…ma anche il grigio è un colore! Infatti, anche ogni attimo monotono, può essere trasformato in godevole novità…se quel grigio è inserito in un ricamo che è stato preparato dall’eternità.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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