La posizione dello sguardo, il privilegio dell’osservazione, il partire dal vedere e dal constatare è non solo la posizione più ragionevole, ma anche quella più intelligente. La parola “intelligenza” viene dal latino “intus-legit” che significa “leggere dentro”. L’intelligenza, pertanto, implica non una conoscenza superficiale ma una conoscenza dentro la realtà. Appunto: la realtà! L’intelligenza ha bisogno della realtà, non ne può fare a meno. Se la realtà non esistesse, non ci sarebbe modo di poter esercitare l’intelligenza, non ci sarebbe modo di essere intelligenti. Ed è la realtà che ci rimanda alla bellezza della Verità Cattolica … perché tutto è cattolico, perché tutto è di Dio!’

1.Quando si comunica, le parole scorrono: si va subito al dunque, o almeno così dovrebbe essere. Ma quando si chiacchiera, tutto sembra impantanarsi: si dice, poi si precisa, poi si ritorna sui concetti…poi forse si nega addirittura ciò che si è detto.

2.Anziani che discorrono su una panchina. Davvero parlano? Oppure utilizzano le parole per attendere? Bisogna coprire quel terribile vuoto che li separa dal pranzo; e poi un’altra attesa ancora per la cena. Un’attesa da riempire, ma per raggiungere quale obiettivo?  Sono proprio quelle parole inutili a ben rappresentare l’inconsistenza di un trascorrere. Quando invece il tempo che si riceve meriterebbe ben altro.

4.L’immagine di anziani che discorrono su una panchina ci impone come possa essere interessante un altro compito: trasformare il tempo da attesa inutile ad attesa utile. L’utile attesa di attendere una Pienezza. Un’attesa che non è davvero un attendere. Un’attesa che non richieda nessuna inutile parola per accelerare l’Incontro. Quell’Incontro che, se già lo si pone presente ora, renderà gustosa ogni attesa senza che questa debba per forza essere allievata da inutili parole.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

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