In occasione della formazione del nuovo governo giallorosso che non sapremo che vita avrà né di che morte morirà, alcuni osservatori storcono il naso soprattutto appellandosi ad un argomento, e cioè al fatto che esso di fatto nascerebbe senza il Nord o addirittura contro il Nord. Argomento che di per sé non fa una grinza, se è vero, come è vero, che il Nord è ormai del tutto governato dal centrodestra a forte, se non esclusiva, trazione leghista. D’altronde tra le cause che hanno potuto spingere Salvini a “staccare la spina” al governo gialloverde c’è stato anche, o forse soprattutto, il malcontento del sistema imprese dell’Italia settentrionale che vedeva sempre più difficile l’applicazione di un’adeguata politica di diminuzione fiscale.

Gli stessi osservatori aggiungono che in Italia senza il Nord non si governa o perlomeno non si può governare a lungo. Il che è altrettanto vero …e anche questo non fa una grinza.

C’è però un “però”. La convinzione secondo cui senza il Nord non si può governare valeva un tempo, non oggi. Valeva, cioè, quando esisteva di fatto, e non solo di principio, una certa sovranità. L’Italia era l’Italia e l’Italia doveva fondamentalmente render conto a se stessa.

Ma oggi non è più così. L’Italia non ha più una sovranità. La politica italiana è fondamentalmente eterodiretta e c’è chi può decidere a proprio piacimento di rinsaldare o sfasciare governi a seconda se sono graditi o non-graditi. Il caso dello spread di questi giorni, che addirittura è arrivato a livelli così bassi che non si ricordavano da tempo, la dice lunga.

Ed ecco che se è vero che senza il Nord nessun governo può governare, è pur vero che dobbiamo chiederci: ma oggi qual è il vero Nord? E’ ancora quello del sistema delle piccole e medie imprese della nebbiosa padana e del fresco nord-est o quello dei palazzi di Bruxelles e delle cancellerie di Parigi e Berlino?

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

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