1.Il Surrealismo nacque in Francia all’interno del Dadaismo (una corrente artistica e letteraria sviluppatasi tra il 1916 e il 1922). Il Surrealismo nacque in Francia nel 1919 con la rivista Littérature, voluta da André Breton (1896-1966), Louis Aragorn (1897-1982) e Paul Eluard (1895-1952).
2.Si tratta di un movimento tipicamente postmoderno. Afferma, infatti, che bisogna liberare l’io dalla razionalità e dal realismo; e pertanto partorisce un modello di arte in cui deve essere annullata la logica e l’estetica.
3.Riguardo la letteratura, Breton, influenzato dalle teorie di Freud, teorizza una “scrittura automatica” non controllata dalla ragione. Da qui la rivalutazione del sogno, del casuale e dell’azione rivoluzionaria, cioè del dominio della prassi.
4.Riguardo la pittura, i surrealisti esprimono due coerenti prospettive pittoriche: le associazioni incongrue e le associazioni libere. In entrambe il modello è il sogno. Nella prima si abbinano illogicamente figure (come avviene nel sogno); nella seconda si dà spazio allo spontaneismo. A riguardo significative sono le opere di Salvator Dalì (1904-1989)
5.A proposito delle influenze, nel Surrealismo c’è l’influenza di Freud (reale ed immaginazione coinciderebbero); ma c’è anche l’influenza di Marx (bisogna trasformare il mondo, secondo un modello ideologico). Per un breve periodo André Breton impose agli affiliati di questo movimento l’iscrizione alla Terza Internazionale Comunista.
6.Per giudicare bene questo movimento, va fatta una precisazione importante: il Surrealismo non è la Fantasia. La Fantasia non è la sovversione del reale che nasce dall’odio verso la realtà stessa, bensì la chiave di lettura per cogliere il mistero del reale. La Fantasia non va contro il reale (così come fa il Surrealismo), ma oltre il reale.
7.Il Surrealismo è un vero e proprio sdoganamento della follia. Si pensi alla famosa espressione di André Breton: “La più semplice azione surrealista consiste nell’uscire per strada con la rivoltella in pugno e sparare a caso, finché si può, tra la folla.” (A. Breton, Entretiens, Paris 1969, p.96). D’altronde non può che essere così. La logica costituisce un’imposizione, cioè un’autorità da cui doversi smarcare per far trionfare una liberta assoluta; una libertà assoluta che poi inevitabilmente sfocia nella completa dissoluzione di se stessa e dell’individuo.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

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