A cura di Pierfrancesco Nardini
Domanda: Che cosa sono i precetti generali della Chiesa?
Risposta: I precetti generali della Chiesa sono leggi con le quali essa, applicando i comandamenti di Dio, prescrive ai fedeli alcuni atti di religione e determinate astinenze.
I precetti generali sono regole pratiche che aiutano a vivere i comandamenti di Dio in modo concreto. Non sono invenzioni umane, ma strumenti che la Chiesa, con l’autorità data da Cristo, usa per santificarci.
È dunque la derivazione divina a dare alle leggi della Chiesa l’autorità che li rende obbligatori per i fedeli. Non è un’arbitraria attribuzione di potere, come molti accusano.
Ci si deve sempre ricordare (anche e soprattutto tra l’attuale gerarchia ecclesiale) che la Chiesa ha il compito di condurci al Cielo, e lo fa indicando atti di culto, come andare a Messa la Domenica, e astinenze, come il digiuno in certi giorni. Questo non è un peso, una volontà di limitare la libertà delle persone (anche questa è una storia che qualcuno racconta), ma un aiuto dato ai fedeli per crescere nella fede, per facilitargli il rispetto dei Comandamenti.
San Pio X ci insegna che i precetti nascono dai Comandamenti divini. La differenza tra i precetti e i Comandamenti è, dunque, evidente: i primi sono “solo” leggi della Chiesa, i secondi sono legge divina. La differenza è ontologica. I primi derivano dai secondi, non esisterebbero senza i Comandamenti.
Come tali, i precetti non sono per i non battezzati, perché su di questi la Chiesa non ha potestà diretta. I Comandamenti, invece, sono da seguire obbligatoriamente da tutti gli uomini, in quanto Dio ha, sì, potestà su tutto.
Come detto, i precetti sono regole pratiche che permettono di concretizzare al meglio il rispetto della legge di Dio. Ad esempio, il terzo comandamento dice di santificare il giorno del Signore e la Chiesa lo rende pratico ordinando la Messa domenicale. O ancora, l’amore per Dio e il prossimo si vive anche con la carità, che la Chiesa sostiene col precetto di aiutare la sua missione. Sono leggi vive, non fredde regole, perché ci spingono a unire la nostra volontà a quella di Dio.
Per capire che è necessaria la guida sicura della Chiesa con regole pratiche, pensiamo all’esempio di una famosa frase di Sant’Agostino, spesso distorta nel reale significato e usata per sostenere il contrario della legge divina: “Ama e fa’ ciò che vuoi” (In Epistulam Ioannis ad Parthos, Trattato 7, 8). Non è lontana dai precetti, come alcuni sostengono, ma spiega che la Chiesa ci dà queste norme perché, amando Dio, possiamo agire bene. Sant’Agostino intendeva che la Chiesa, con i precetti ci educa a quell’amore ordinato che si esprime in atti precisi, non in vaghi sentimenti. Solo quando si ama Dio, si potrà fare quel che si vuole, perché, seguendo la Sua legge, sappiamo di non fare mai quel che Lui non vuole. Questo dimostra che senza una guida sicura, rischiamo di perderci. E la Chiesa, appunto ci guida al corretto rispetto dei Comandamenti attraverso le regole pratiche dei precetti.
Anche San Tommaso d’Aquino illuminava a tal proposito: “La legge divina ordina l’uomo a Dio, e la legge della Chiesa, derivando da essa, lo aiuta a raggiungere quel fine” (Summa Theologiae, II-II, q. 147, a. 1).
I precetti, quindi, non sono capricci, ma un ponte verso la santità. La Chiesa sa che siamo deboli e ci offre queste regole come un sostegno, quasi un bastone per il cammino.
“Il digiuno è il maestro della temperanza, e la preghiera è la madre di tutte le virtù” (San Giovanni Crisostomo, Omelia sul digiuno, PG 49, 197). Quando la Chiesa ci chiede di digiunare o pregare, ci sta portando a dominare noi stessi e a elevarci a Dio. I precetti su astinenze e atti religiosi non sono affatto degli optional: sono parte della nostra lotta contro il peccato e della nostra crescita spirituale. Senza di essi, saremmo inermi di fronte alle tentazioni.
In un mondo che rifiuta ogni regola, i precetti della Chiesa restano un faro. Non sono vecchie usanze, non sono arbitrarie attribuzioni di potere, non sono inutili riti per comandare gli uomini, ma vie sicure per la salvezza. La Tradizione ce li consegna intatti e seguirli significa fidarsi di Cristo che guida la Chiesa.
Preghiamo ogni giorno Maria Santissima che ci permetta di camminare con lei, obbedienti e grati.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

Be the first to comment on "Commento del Catechismo di San Pio X (n.213)"