Commento del Catechismo di San Pio X (n.217)

A cura di Pierfrancesco Nardini


Domanda: Chi, senza vero impedimento, non ascolta la Messa nei giorni di precetto fa peccato grave?

Risposta: Chi, senza vero impedimento, non ascolta la Messa nei giorni di precetto e chi non dà modo ai suoi dipendenti di ascoltarla, fa peccato grave e non adempie il comandamento divino di santificare le feste.


Nella Tradizione cattolica, il precetto di partecipare alla Santa Messa nei giorni stabiliti dalla Chiesa non è un semplice consiglio, ma un dovere importantissimo che lega la coscienza di ogni fedele. Questo obbligo nasce dal terzo Comandamento: “Ricordati di santificare le feste”.

La Messa, come ripetuto spesso, è il cuore della vita cristiana, il sacrificio di Cristo rinnovato in modo incruento sull’altare per la salvezza delle anime. Non parteciparvi, quando si è liberi da impedimenti veri (come malattia grave o necessità urgenti), è un rifiuto di rendere a Dio l’onore dovuto. Lo stesso vale per chi impedisce ad altri, come i propri dipendenti, di adempiere a questo dovere. È una colpa grave.

La Chiesa, fedele alla legge di Dio, ha sempre insegnato che trascurare la Messa domenicale o festiva senza motivo valido è peccato mortale. Sant’Agostino ci ricorda: “Se non vuoi nutrirti del Pane della vita, come potrai vivere eternamente?” (Discorsi, 26, 2) e sottolinea così che la Messa non è un optional, ma il cibo spirituale essenziale per l’anima. Chi la rifiuta volontariamente si allontana da Cristo. San Tommaso d’Aquino specificava anche che santificare le feste non è solo astenersi dal lavoro, ma offrire a Dio un culto pubblico. Scriveva, infatti , nella Summa Theologiae che “…l’uomo è obbligato a consacrare a Dio un tempo determinato, e questo si fa soprattutto con la partecipazione al sacrificio eucaristico” (II-II, q. 122, a. 4).

La Messa è quindi il modo principale per obbedire al comandamento divino. È il Vangelo che ce lo insegna (“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”, Giovanni 6, 54). È Gesù stesso che lega la salvezza eterna alla partecipazione all’Eucaristia. Saltare la Messa per pigrizia o indifferenza è, dunque, un pericolo per la nostra anima.

In conclusione, il Catechismo di San Pio X ci richiama a un dovere chiaro: la Messa nei giorni di precetto è obbligatoria. Chi la trascura senza motivo grave pecca gravemente e si priva della grazia. La Tradizione cattolica, radicata nella Scrittura e nei Padri, non lascia spazio a compromessi su questo punto.

Vi è però un chiarimento, una distinzione fondamentale. Quella tra Comandamento e precetto. Se da quest’ultimo, infatti, è possibile essere esentati, in presenza di quello che San Pio X chiama “vero impedimento“, non vale lo stesso per il relativo Comandamento. Il precetto è legge della Chiesa che può essere non rispettata in determinate chiare e rare situazioni (v. Codice di Diritto Canonico). Il Comandamento, in quanto legge di Dio, non è possibile in nessun modo non rispettarlo. Questo comporta un’attenzione particolare che il fedele deve avere. Se si ha un “vero impedimento” che esonera dal precetto e permette di non andare a Messa, non vuole dire che non si dovrà comunque santificare il giorno di festa. Lo si dovrà fare in modo diverso dalla Messa, come ad esempio la recita dei 3 misteri del Rosario, con le litanie, la lettura delle letture del giorno e meditazione per i tempo di una Messa.


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