da: fsspx.news/it
In Germania, il 2020 è stato un anno particolarmente difficile per la Chiesa. Ma l’Italia non fa eccezione. I dati del 2020 mostrano un forte calo di alcuni importanti indicatori.
Il vaticanista Sandro Magister ha preso visione del sondaggio realizzato dal CENSIS nell’estate 2020, rivelato nel libro Il gregge smarrito – pubblicato a fine giugno.
Il sondaggio rivela così che appena l’8% degli italiani e l’11% dei cattolici hanno riconosciuto alla Chiesa la capacità di “dare un senso” alla situazione prodotta dalla pandemia del Covid 19.
Come commenta l’autore: “Una Chiesa percepita come assente e distante dalla stragrande maggioranza della popolazione, che peraltro si trova in un momento particolarmente critico, non costituisce evidentemente un segno di vitalità in un Paese come l’Italia, che agli inizi degli anni 2000, è stata vista da Papa Giovanni Paolo II come una roccaforte cristiana “eccezionale”, capace di resistere all’ondata di secolarizzazione che investiva l’Occidente.”
Un altro dato preoccupante è quello del cosiddetto “8 per mille”. Questo numero indica la tassa ecclesiastica per la quale lo Stato italiano versa l’8‰ delle proprie entrate fiscali alle confessioni religiose che hanno concluso un accordo con lo Stato.
Ciascun contribuente decide sulla distribuzione di tale somma all’una o all’altra confessione: la indica con una firma vicino alla menzione di quella a cui intende attribuire il beneficio.
Dal 1985, che ha visto la comparsa di questo meccanismo in Italia, le firme a favore della Chiesa cattolica hanno costituito una stragrande maggioranza che, nel 2005, anno record, ha sfiorato il 90% dei firmatari (89,2%).
Il 2005 ha visto Benedetto XVI succedere a Giovanni Paolo II. Durante il pontificato di Joseph Ratzinger, la percentuale di firme a favore della Chiesa cattolica è leggermente diminuita, ma il numero assoluto di firmatari ha continuato ad aumentare, raggiungendo nel 2011 il record di 15 604 034.
Nel 2013, dopo l’elezione di Jorge Mario Bergoglio, la Chiesa cattolica italiana poteva contare ancora su 15 226 291 firme a suo favore, pari all’80,91%. Ma da allora, il numero di firme è costantemente diminuito anno dopo anno.
Nel 2017 sono state 13 774 382, ovvero il 75,36% del totale. Il 2018 e il 2019 hanno visto un aumento della percentuale al 78,50% e al 77,18%, ma con una diminuzione del numero assoluto di firme: rispettivamente 13 520 527 e poi 13 156 158.
Ma nel 2020 si ha un crollo, con oltre un milione di firme in meno (12 056 389), e una percentuale che scende al 71,74%, quasi il 20% in meno rispetto al 2005.
Grazie all’8‰, la Chiesa italiana riceve dallo Stato circa un miliardo di euro. L’utilizzo di tale somma è pubblicato in dettaglio, a norma di legge, sul sito realizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Si noti che questa somma è sei volte inferiore ai sei miliardi che la Chiesa tedesca riceve ogni anno, grazie al meccanismo della tassa ecclesiastica, mentre ha la metà dei fedeli.
Per quanto riguarda l’Italia, va notato che il crollo nel 2020 delle firme a favore della Chiesa è stato accompagnato da un aumento significativo delle firme a favore del ritorno allo Stato di questa manna. Da soli 2 826 428 nel 2019, i firmatari pro-Stato sono saliti a 3 801 974 nel 2020, ovvero il 9,16% del totale.
Certamente si possono e si devono dare varie spiegazioni a questo disinteresse, ma è impossibile non scorgervi una sorta di sgomento di fronte alla perdita di trascendenza a cui sarà sempre legato il cuore umano, anche se non se ne rende conto con chiarezza. L’orizzontalità della visione conciliare non può attirare le anime che aspirano a guardare in alto.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

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