Corpus Domini

Introito

(Salmo 80,17)

Li ha nutriti col fiore di frumento, alleluia. E li ha saziati col miele scaturito dalla roccia, alleluia, alleluia, alleluia.

(Salmo 80,2)

Esultate in Dio nostro aiuto. Rallegratevi nel Dio di Giacobbe.


Epistola

(1Corinti 11,23-29)

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che ho insegnato a voi, che il Signore Gesù, nella notte in cui era tradito, prese del pane e, dopo aver rese le grazie, lo spezzò e disse: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo, che sarà dato a morte per voi: fate questo in memoria di me. Parimenti, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo testamento nel mio sangue: fate questo, tutte le volte che ne berrete, in memoria di me. Ora dunque, tutte le volte che mangerete questo pane e berrete questo calice, annunzierete la morte del Signore, finché egli non venga. Pertanto chiunque mangerà questo pane o berrà il calice del Signore indegnamente, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Provi dunque ciascuno se stesso, e così mangi di quel pane e beva di quel calice; perché chi ne mangia e ne beve indegnamente, mangia e beve la sua condanna, non distinguendo il corpo del Signore.


Graduale

(Salmo 144,15-16)

Gli occhi di tutti sperano in Te, o Signore; e Tu concedi loro il cibo a tempo opportuno. Apri la tua mano e colma ogni essere vivente della tua benedizione.

(Giovanni 6,56-57)

La mia carne è veramente cibo, e il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui. Alleluia.


Sequenza

Loda, o Sion, il Salvatore, loda il duce ed il pastore con inni e canti.

Quanto puoi tanto ardisci, perché egli è superiore ad ogni lode e tu non basti a lodarlo.

Come tema di lode speciale, è il pane vivo e datore di vita che vien proposto oggi.

Quel pane che nella mensa della sacra cena, alla turba dei dodici fratelli, fu dato realmente.

La lode sia piena e sonora, sia gioconda e piena di decoro la gioia dello spirito.

Perché si celebra il giorno solenne, che di questa mensa ricorda la prima istituzione.

In questa mensa del nuovo Re, la novella Pasqua della nuova legge pone fine alla Pasqua antica.

Il nuovo fa cessar l’antico, la verità fa dileguare le ombre, la luce toglie la notte.

Cristo ciò che fece nella cena, comandò che si facesse in suo ricordo.

Ammaestrati dai sacri insegnamenti, noi consacriamo il pane e il vino, ostia di salute.

È un domma per i cristiani, che il pane si converte in carne, e il vino in sangue.

Ciò che non comprendi, ciò che non vedi, l’animosa fede l’assicura, trascendendo ogni ordine naturale.

Sotto diverse specie, che son parvenze e non sostanze, si nascondono cose sublimi.

La carne è cibo, il sangue è bevanda, ma Cristo rimane intero, sotto l’una e l’altra specie.

Da chi lo riceve non è fatto a pezzi, non è rotto, non è diviso: è ricevuto intero.

Lo riceve uno, lo ricevon mille, tanto questi che quelli, e, ricevuto, non si consuma.

Lo ricevono i buoni, lo ricevono i cattivi, ma con sorte diversa: di vita o di morte.

È morte per i cattivi, è vita per i buoni: guarda come la stessa comunione abbia effetti diversi.

Se il sacramento viene spezzato, non vacillare, ma ricordati che è tanto, in un frammento quanto in tutta l’ostia.

La divisione non è della sostanza, ma solo della specie: senza diminuzione dello stato o della grandezza di ciò che sotto le specie è nascosto.

Ecco il pane degli Angeli divenuto cibo dei pellegrini: è il vero pane dei figli, da non gettarsi ai cani.

Fu simboleggiato con figure nell’immolazione di Isacco, nel sacrificio dell’agnello pasquale, nella manna data ai padri.

Buon pastore, pane vero, o Gesù, abbi pietà di noi, nutrici, difendici, facci vedere i beni nella terra dei viventi.

Tu, che sai tutto e tutto puoi, e ci nutri qui, mortali, rendici, lassù, tuoi commensali e coeredi e compagni dei santi cittadini. Amen. Alleluia.


Vangelo

(Giovanni 6,56-59)

In quel tempo, disse Gesù ai Giudei: La mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre vivente mi inviò ed io vivo per il Padre, così chi mangia me, vivrà anch’egli per me. Questo è il pane disceso dal cielo; e non sarà come la manna che i vostri padri mangiarono e morirono. Chi mangia di questo pane vivrà in eterno.


Meditazione

1.Chi  mangia me…dice Gesù nel Vangelo. Dunque, il Cristianesimo è chiaro, perché Cristo è chiaro: l’uomo ha la possibilità di “mangiare” Dio!

2.Cosa ci può essere di più da far proprio se non il cibo? Avere un amico significa poter essere accanto a lui; avere invece qualcosa da mangiare, vuol dire fare di questo qualcosa una “cosa sola” con se stessi.

3.Il Cristianesimo ha due peculiarità che non si trovano in nessuna religione: la prima, Dio si è fatto veramente uomo per morire per la salvezza dell’uomo; la seconda, Dio si fa mangiare, cioè si rende cibo per chi lo sceglie. Non c’è vicinanza di Dio più inimmaginabile di tutto questo.


Alla Regina dello Splendore

Madre, ti chiedo due cose: la prima, che possa sempre cibarmi del Corpo e del Sangue del Tuo Divin Figlio; la seconda, che possa sempre vivere nella grazia del Tuo Divin Figlio affinché mi possa cibare di Lui. Se fino alla morte avrò questo, allora avrò tutto. Regina dello Splendore, guidami nel cammino della vita.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

 


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