1.Dal momento che il potere politico deve essere inteso come servizio, esso deve avere come unico interesse il bene comune. Ma cosa si deve intendere per bene comune? Per rispondere a questa domanda, partiamo da ciò che dice il libro della Sapienza al capitolo 1: “Amate la giustizia o governanti della terra, pensate bene del Signore e cercatelo con semplicità di cuore (…)”. Dunque, i governanti devono amare la giustizia. Ma cos’è la giustizia? E’ fare in modo che tutto sia ordinato al giusto fine.
2.Ci sono almeno quattro modi per intendere il bene comune, di cui però uno solo è quello corretto: liberale, utilitarista, collettivista e metafisico.
- Il bene comune liberale intende il bene comune come la somma dei beni di ogni individuo, promuovendo un radicale individualismo. Insomma, ciò che conta è solo l’interesse individuale.
- Il bene comune utilitarista intende il bene comune come la “massimizzazione” dei beni individuali, anche favorendo il sacrificio di alcuni soggetti. Un esempio è la sperimentazione degli embrioni umani al fine di poter raggiungere un beneficio per l’intera collettività.
- Il bene comune collettivista intende il bene comune unicamente come il bene della collettività, a discapito di quelli individuali.
3.Queste tre concezioni di bene comune sono scorrette. La corretta è quella desunta dalla metafisica classica e della filosofia naturale e cristiana, ovvero il bene comune come insieme delle condizioni con cui si raggiunge la propria perfezione. Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, al n.407, chiede: “Che cosa è il bene comune? Risposta: Per bene comune si intende l’insieme di quelle condizioni di vita sociale che permettono ai gruppi e ai singoli di realizzare la propria perfezione.” Molto precisa è la definizione che del bene comune dà Pio XII nel Messaggio per il Natale del 1942: “Tutta l’attività dello Stato, politica ed economica, serve per l’attuazione duratura del bene comune; cioè di quelle estreme condizioni, le quali sono necessarie all’insieme dei cittadini per lo sviluppo (…) della loro vita materiale e religiosa.”
4.Dunque, il bene comune, correttamente inteso, è il pieno godimento dell’essere, cioè attiene alla piena realizzazione dell’essere. La perfezione non è solo quella terrena, ma soprattutto il raggiungimento del giusto fine: Dio. Dal momento che il bene comune deve essere perseguito dalla politica e la politica, in quanto carità sociale, è finalizzata al raggiungimento del Bene, anche il bene comune deve essere finalizzato al Bene. Il bene s’identifica con Dio. Quindi il bene comune deve fondarsi su Dio.
5.Fondandosi in Dio, il bene comune deve trovare corrispondenza nella natura umana, così come Dio l’ha pensata, l’ha voluta e l’ha creata. Già Cicerone affermava che l’ordine legale è legittimo quando si fonda su un ordine superiore. E sempre Cicerone diceva che dal momento che il mondo obbedisce a Dio, l’uomo deve essere sottomesso ad una legge suprema. L’uomo è stato voluto da Dio non solo come corpo, ma anche come anima, dunque il bene comune non può essere solo ciò che attiene alla materia.
6.Da ciò che abbiamo finora detto si deduce che il bene comune non può essere solo il perseguimento dei beni strumentali, ma anche dei beni-fini. I beni-strumentali sono beni intermedi a servizio del vero fine. Essi sono: la salute, il benessere economico, l’istruzione, ecc… I beni-fini costituiscono il fine vero e proprio. Sono: l’agire morale, la vita spirituale, la conquista del Paradiso. Dunque, il bene comune deve riguardare non solo i beni-strumentali ma anche e soprattutto i beni-fini.
7.Per concludere: l’autentico bene comune deve scaturire dall’ “intelligenza della realtà”. La politica, fondata sul realismo filosofico e sulla metafisica, è una politica fondata sull’essere. Solo fondandosi sull’essere, la politica può indirizzarsi al Bene. Altrimenti sarebbe solo ricerca dell’utile contestuale.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

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