APOLOGETICA CON L’ARTE – “Bepi a Riomaggiore” (Telemaco Signorini)

Noi de Il Cammino dei Tre Sentieri siamo convinti che sia importante ribadire che Dio è Somma Verità, Somma Bontà e Somma Bellezza. Che la Verità Cattolica non solo è “vera” ma è anche “bella”, che non solo soddisfa pienamente l’intelligenza con la sua inappuntabile logica, ma anche il cuore con il suo costitutivo e irresistibile fascino. Ed ecco perché le nostre meditazioni devono muovere anche dalla contemplazione della Bellezza, utilizzando quella che si è soliti definire la “Via Pulchritudinis”… appunto: la “Via della Bellezza”, che è il Terzo Sentiero de “Il Cammino dei Tre Sentieri”


Telemaco Signorini (1835-1901), Bepi a Riomaggiore

Il gesto è imprudente. Il ragazzino sta facendo qualcosa all’insaputa dei genitori. La curiosità di vedere il mare è tanta; ma essere lì, su quel muretto, è pericoloso. Lo sguardo è attento, tipico del bambino vispo, che vuol capire, che vuole rendersi conto di tutto. Uno sguardo che supera un pericolo di cui, forse, il fanciullo non è consapevole. Egli è in bilico, ma si meraviglia soddisfatto.

D’altronde è questo ciò che sanno ben fare i fanciulli: meravigliarsi. Ed è questa una situazione che è tipica della vita: meravigliarsi ed ergersi sulla fragilità. Capire grandi cose, contemplare la bellezza, ma essere poggiati consapevolmente o inconsapevolmente sulla precarietà. Quando l’uomo osserva, capisce, costruisce e progetta, pensa di poterlo fare per sempre, come se mai dovesse finire. E invece è tutto precario. Tutto instabile.

Ma rimane quel desiderio di guardare oltre l’orizzonte. Un desiderio che vince qualsiasi limite. Un desiderio che è sempre presente, perché l’uomo non è solo la sua pancia.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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